Saranno cinque gli appuntamenti che caratterizzeranno il teatro di San Felice sul Panaro per i mesi di ottobre e novembre a San Felice sul Panaro: nel Comune della Bassa modenese infatti, contemporaneamente alle letture itineranti de ‘I miserabili’, avranno luogo gli spettacoli, la lettura e il laboratorio di TiPì – Stagione di Teatro Partecipato, il progetto promosso dall’associazione Nahìa e realizzato grazie al contributo del Comune di San Felice sul Panaro, Regione Emilia-Romagna e Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola.
Si inizierà domenica 28 ottobre, dalle ore 10 alle 18 presso la palestra delle scuole elementari, con il laboratorio partecipato che partirà da due domande precise: che cos’è la giustizia? Da chi dipende? Per rispondere, i partecipanti prenderanno parte a una giornata di condivisione per giocare, scrivere e creare. Attraverso il linguaggio teatrale si cercherà di dar forma a queste domande e alle tante risposte possibili. L’incontro, a partecipazione gratuita, è aperto a tutti, senza distinzione di età, nazionalità o esperienza. Il laboratorio si propone come primo incontro conoscitivo per un percorso che proseguirà per tutto novembre al sabato pomeriggio presso la sede dell’associazione ‘Mani Tese’ a Finale Emilia, e al termine del quale verrà realizzato uno spettacolo scritto e interpretato dalla comunità, sempre all’insegna del teatro partecipato.
Una partenza notturna, un pulmino carico di donne, pronte a lasciarsi alle spalle la propria terra per assicurare un futuro ai figli: questo l’incipit de L’estranea di casa, la pièce di Kuziba Teatro / Compagnia Bottega degli Apocrifi che, domenica 4 novembre alle ore 18 all’Auditorium Comunale, costituirà il primo degli spettacoli di TiPì. Di e con Raffaella Giancipoli, lo spettacolo – già vincitore della XVII Edizione del Festival Teatrale di Resistenza – è stato selezionato da un gruppo di spettatori volontari della Bassa fra oltre le duecento candidature al bando nazionale “L’Italia dei Visionari” al quale TiPì ha aderito per il primo anno. Il monologo racconta le due vite di un’unica donna: da un lato la Romania, dove qualcun altro si occupa dei suoi figli; dall’altra l’Italia, dove lei si prende cura degli anziani.
Domenica 11 novembre alle ore 18 andrà invece in scena Santi, Balordi e Poveri Cristi, di e con Flavia Ripa e Giulia Angeloni, la storia di due cantastorie che si danno alla fuga da un circo, nella speranza di liberarsi dei fenomeni da baraccone con i quali si trovavano costrette a convivere. Ognuno dei personaggi che incontreranno nel tentativo di prendere contatto col mondo reale si riveleranno tuttavia ancor più bizzarri degli ex colleghi. Attraverso le storie di questi personaggi strampalati le narratrici tenteranno il tema universale della diversità, in una connubio di affabulazione e musica ispirato alla tradizione popolare.
Orfeo, artista per eccellenza, non si rassegna al dolore, e col suo canto tenta di strappare la sposa Euridice dal regno dei morti: uno tra i più celebri miti di ogni tempo è servito al grande César Brie per riflettere, in Orfeo ed Euridice (foto), su due temi controversi e delicati quali l’accanimento terapeutico e l’eutanasia. Senza offrire risposte, la rappresentazione – vincitrice del bando In-Box 2014 – interroga lo spettatore sulla forza e la grandezza del sentimento d’amore, attraverso la potenza e la poesia del mito, che saranno portate in scena da Giacomo Ferraù e Giulia Viana venerdì 16 novembre alle ore 21.
A chiudere la rassegna sarà invece, domenica 25 novembre alle ore 18, Il vestitino rosso, la lettura a cura di Irma Ridolfini in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. L’azione si svolge nella Parigi odierna, dove la protagonista vive rinchiusa nel suo piccolo mondo casalingo e si avventura all’esterno solo se protetta e isolata dal burqa. Ma è quando la donna intravede nella vetrina di un negozio un vestitino rosso che il desiderio, sentimento sino ad allora sconosciuto o ignorato, di possedere e indossare quell’abito è la molla capace di far scattare la voglia di emancipazione. Tratta dal racconto “Kant e il vestitino rosso”, la lettura vuole contribuire a stimolare la riflessione sulle oppressioni di cui ancora troppe donne, di qualsiasi cultura, sono vittime.
Commenta Irma Ridolfini, attrice e coordinatrice di TiPì: “Sarà un novembre intenso a San Felice: gli spettacoli proposti sono stilisticamente molto diversi fra loro e vari sono i temi affrontati, con un’attenzione particolare al teatro civile, ma senza perdere la leggerezza. Siamo poi particolarmente felici del percorso fatto con “L’Italia dei Visionari”, che ci ha permesso di coinvolgere il pubblico nella direzione artistica della rassegna. Infine riprendono, grazie ai contributi ricevuti, i nostri percorsi laboratoriali, che stiamo cercando di aprire davvero a tutti: bambini, giovani, adulti, comprese le comunità di richiedenti asilo della Bassa, grazie alla collaborazione con Mani Tese Finale Emilia.”
Tutti gli eventi della stagione sono ad ingresso gratuito (fino ad esaurimento posti). Per informazioni e prenotazioni e iscrizioni ai laboratori inviare una mail a progetto.tp@gmail.com o consultare la pagina Facebook TiPì – Stagione di Teatro Partecipato.