“L’Emilia-Romagna sta attraversando un profondo processo di trasformazione. Dalla nuova legge verso il consumo zero di suolo che vede nella rigenerazione delle città e nella riqualificazione degli edifici un motore per lo sviluppo socio-economico del territorio, agli impegni per la mobilità elettrica e sostenibile, le emissioni zero del trasporto pubblico, l’economia circolare, fino alla strategia regionale condivisa con le imprese, le associazioni, i cittadini, per arrivare entro il 2050 alla realizzazione di un obiettivo fondamentale: la riduzione delle proprie emissioni dell’80-90% rispetto al valore del 1990”.
Il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, interviene in video collegamento da San Francisco nel corso della conferenza stampa in Regione di presentazione del nuovo accordo con i principali fornitori di energiache porterà in Emilia-Romagna all’installazione di 1.500 colonnine di ricarica per le auto elettriche, per una rete pubblica che entro il 2020 ne conterà 2.000. Una giornata importante per la missione istituzionale a San Francisco, iniziata con l’incontro col Governatore dello Stato della California, Jerry Brown, e proseguita con l’assemblea generale dei 206 Paesi firmatari di Under2Mou, a poche ore dal summit mondiale sul clima che lo vedrà intervenire, in veste anche di presidente della Conferenza delle Regioni italiane e presidente del Consiglio delle Città e Regioni europee (Cemr), nella sessione dedicata ai “sistemi energetici sani” e all’impegno dei governi territoriali e delle pubbliche amministrazioni sui veicoli a emissione zero.
“Sono fermamente convinto che i governi subnazionali abbiamo un ruolo fondamentale, imprescindibile e unico- prosegue il presidente- e che per questo l’accordo Under2Mou possa costituire una ‘rivoluzione dal basso’ del nostro modo di vedere e vivere il mondo. Attraverso la collaborazione virtuosa tra i territori possiamo individuare nuovi modelli in grado di coniugare sviluppo e rispetto per l’ambiente in quella che definirei una possibile crescita felice. Credo perciò fortemente nella necessità di compiere azioni concrete, urgenti e ambiziose per ridurre quanto più possibile le emissioni e allo stesso tempo attuare politiche di adattamento al cambiamento climatico”.
“Noi non abbiamo tutte le risposte per questa sfida globale- conclude Bonaccini- ma sono convinto che lo sforzo e l’impegno di tutti noi insieme possa rappresentare l’unica garanzia di vedere un mondo decarbonizzato in un futuro molto prossimo. Certo le regioni e i governi territoriali possono e devono giocare un ruolo decisivo nella lotta al cambiamento climatico”.
Cos’è “Under2Mou”
Il ‘Subnational global climate leadership memorandum of understanding’, protocollo internazionale per il controllo delle emissioni in atmosfera, noto come Under2Mou, è stato stilato in preparazione della XXI Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico (Cop21) di Parigi del 2015. Alla base del documento, una dichiarazione di intenti specifica che impegna gli oltre 20 Paesi, Regioni e territori che lo hanno sottoscritto: “Il cambiamento climatico pone sfide e pericoli per l’ambiente e le economie sia a livello globale sia a livello locale, aumentando il verificarsi di eventi meteorologici estremi, minacciando le risorse naturali, spesso creando impatti sulla salute umana e provocando attraverso la migrazione forzata di intere popolazioni pesanti squilibri sociali ed economici. In questo panorama, decisivo è l’impegno complessivo, prima di tutto internazionale, nello stabilire regole comuni, ma anche e soprattutto l’impegno di ciascun paese e ciascun livello di governo del territorio, dalle regioni alle municipalità”.
Al protocollo, firmato dalla Regione Emilia-Romagna e dallo Stato della California nel 2015, hanno aderito finora 206 Paesi nel mondo, che rappresentano oltre 1,3 miliardi di persone e quasi il 40% dell’economia globale e che si sono impegnati entro il 2050 a ridurre le proprie emissioni dall’80 al 90% rispetto al valore del 1990, oppure contenerle sotto le due tonnellate pro-capite.
Fra le strategie individuate, la necessità di sviluppare metriche comuni, migliorare la resilienza delle infrastrutture e dei sistemi naturali, contenere il riscaldamento globale a meno di 2 gradi centigradi (emissione annua pro capite pari a meno di 2 tonnellate metriche entro il 2015), condividere informazioni ed esperienze per la riprogettazione della fornitura e della rete elettrica, puntare ad un’ampia adozione di veicoli e relative infrastrutture ad emissioni zero, promuovere tecnologie per ridurre i rifiuti o convertirli in materie prime secondarie o in energia, condividere buone pratiche.
I firmatari inoltre si impegnano a condividere modelli innovativi per il finanziamento e il supporto dell’adattamento climatico, comprese partnership pubblico-privato, fondi di resilienza e approcci competitivi.