A un anno dall’inizio delle trattative e a 18 mesi dalla presentazione delle richieste, le associazioni artigiane emiliano romagnole devono decidere se vogliono o no rinnovare i contratti collettivi integrativi regionali di lavoro. E’ questo il messaggio contenuto nella decisione di Fim Fiom Uilm dell’Emilia Romagna di proclamare un pacchetto di 16 ore di sciopero, con una prima fermata di 8 ore nella giornata di venerdì 1 dicembre.

Sono 60.000 le lavoratrici e i lavoratori che lavorano nelle aziende artigiane metalmeccaniche, odontotecniche e orafi argentiere della regione. Il loro contratto regionale è scaduto il 31 dicembre 2002.
Le richieste che abbiamo presentato all’inizio del 2005 sono semplici: un miglioramento delle norme contrattuali relative ai diritti (malattia, infortuni, festività religiose, formazione, mensa, diritti di assemblea) e la definizione di un nuovo premio di risultato, fermo appunto al 2002.
Da un anno riceviamo dichiarazioni di volontà a rinnovare il contratto e disponibilità a migliorare le normative sulla malattia, sulla anticipazione del trattamento in caso di infortunio, sulla gestione dei permessi annuali retribuiti per i lavoratori migranti, sulla formazione, sulla introduzione del contributo mensa a carico dell’impresa.
Tutte dichiarazioni che le organizzazioni sindacali hanno sempre registrato positivamente, dandone atto alle organizzazioni datoriali, ma che non sono sufficienti.
Resta ferma infatti la vecchia posizione delle associazioni artigiane di chiusura sulla possibilità di svolgere le assemblee all’interno dell’impresa, ancorché delimitata alle aziende oltre un certo numero di addetti o su materie individuate, mentre siamo di fronte a una risposta del tutto inadeguata sul salario, cioè sul premio di risultato.
Inoltre le associazioni artigiane avanzano una richiesta di modifica inaccettabile del regime dell’orario di lavoro.
Non siamo disponibili a prefigurare un ruolo del contratto regionale peggiorativo del contratto nazionale.
La proclamazione di 16 ore di sciopero è perciò ampiamente giustificata e non saranno le ultime se, nel corso dell’incontro previsto il prossimo 13 dicembre, non cambieranno le risposte e l’atteggiamento delle associazioni artigiane dell’Emilia Romagna.

Se le associazioni artigiane non rappresentano imprese di serie B, anche le lavoratrici e i lavoratori del settore non sono di serie B e meritano, dopo 4 anni, il rinnovo del contratto scaduto.

(Gianni Scaltriti, segretario generale Fiom Emilia Romagna)