Evento d’eccezione giovedì 14 e sabato 16 dicembre al castello di Vignola. In particolare, giovedì 14 dicembre alle 20.30, presso la Sala dei Grassoni, sarà presentato il libro “Nel petto il grido Italia. 1799 Ugo Foscolo prigioniero in Bazzano e Vignola”, a cura di Giampaolo Grandi e Andrea Paltrinieri, Pendragon editore, Bologna, 2017. Sabato 16 dicembre alle 15.30, sarà inaugurata la mostra “Nel petto il grido Italia. 1799 Ugo Foscolo prigioniero in Vignola”, che si potrà visitare fino al 14 gennaio 2018.
Il 30 maggio 1799 il poeta Ugo Foscolo, allora ventunenne, venne arrestato presso l’abbazia di Monteveglio, dove era rifugiato, e portato alla rocca di Bazzano. Lì fu affidato a una pattuglia austriaca che lo portò a Vignola, in quel giorno sede di un piccolo distaccamento dell’esercito imperiale. La ricostruzione di questa vicenda, sullo sfondo del disfacimento della Repubblica Cisalpina e della guerra per il controllo dell’Italia tra l’esercito francese e quello austro-russo, è al centro di questo progetto realizzato dal Gruppo di Documentazione Vignolese “Mezaluna – Mario Menabue” e dall’associazione Archivivi. Il progetto è patrocinato e sostenuto dal Comune di Vignola.
“Chiunque abbia visitato la Rocca di Vignola – spiegano gli organizzatori dell’iniziativa – di certo ricorda un piccolo tetro ambiente, raggiungibile dopo una faticosa risalita della torre Nonantolana, in cui sarebbe stato brevemente “prigioniero” nel maggio 1799 il giovane Ugo Foscolo, all’epoca ardente rivoluzionario e letterato di modesta notorietà. Un episodio tutto sommato marginale nella irrequieta ed errabonda vita del grande poeta, rimasto invece profondamente radicato nella memoria locale per oltre due secoli. Proprio questa curiosa dicotomia ha spinto le associazioni culturali vignolesi Mezaluna e Archivivi a dar vita al progetto “1799 Le prigioni di Foscolo tra Reno e Panaro”, grazie all’appoggio della Regione Emilia-Romagna nonché di Città di Vignola, Fondazione di Vignola, Fondazione Rocca dei Bentivoglio, BPER Banca, Rotary Club Vignola-Castelfranco-Bazzano e Ditta Premio.
Lo scopo – proseguono gli organizzatori – era di motivare, con metodologia scientifica, la genesi di questa tradizione così persistente, ma anche di approfondire un periodo storico convulso e contraddittorio, che costituisce “il primo terribile banco di prova degli ideali patriottici”, come scrivono Giampaolo Grandi ed Andrea Paltrinieri, nella Presentazione al volume Nel petto il grido Italia 1799 Ugo Foscolo prigioniero in Bazzano e Vignola, che raccoglie il lavoro degli studiosi chiamati a ricostruire in modo dettagliato non solo la vicenda foscoliana, ma anche l’ambito culturale e politico, ricco di personaggi affascinanti anche se non sempre limpidi, in cui la stessa maturò”.
La mostra che sarà inaugurata sabato, e di cui il volume che sarà presentato giovedì prossimo costituisce una sorta di “ampio catalogo”, ricostruisce accuratamente, con documenti e reperti d’epoca nonché con l’ausilio di moderne tecnologie, i tribolati anni che segnarono la fine del millenario status quo nazionale in un caotico susseguirsi di invasioni straniere e insorgenze locali, sorta di tragico minuetto di lutti, sangue e devastazioni, in cui tramontò nei fatti l’ancien régime.