Si è svolto venerdì scorso 24 novembre l’incontro tra la direzione aziendale di Maserati e le organizzazioni sindacali sull’apertura di un periodo di cassa integrazione per i lavoratori in produzione.
Gli incontri con le organizzazioni sindacali sono avvenuti separatamente come sta succedendo da qualche anno a questa parte nel Gruppo Fca.
Nell’incontro l’impresa ha annunciato l’apertura di una cassa integrazione ordinaria per tutti i 270 lavoratori in produzione e/o indiretti di produzione dello stabilimento di via Ciro Menotti, per 6 giorni a partire dal 15 dicembre e sino al 22 dicembre 2017.
In questo modo l’azienda opera un fermo produttivo dal 15 dicembre 2017 al 7 gennaio 2018, unendo il periodo di cassa integrazione al periodo di chiusura collettiva per festività natalizie.
La cassa integrazione viene richiesta dall’azienda per la contrazione di domanda delle autovetture che si stanno attualmente producendo in Maserati Spa, ovvero l’Alfa 4C e i due modelli a marchio Maserati.
La Fiom/Cgil giudica questo lungo fermo un segnale negativo perché non è tanto il periodo in sé di cassa integrazione, ma la mancanza di un piano produttivo a medio-lungo termine per lo stabilimento del tridente che preveda l’allocazione di uno o più nuovi modelli su Modena per mantenere il numero di occupati oggi esistente.
All’incontro la Fiom/Cgil ha infatti chiesto quali siano i volumi produttivi previsti per il 2018, visto che l’azienda stessa ha dichiarato che in estate giungerà a termine la produzione dei 2 modelli Maserati.
La risposta è stata che il 2018 sarà un anno simile al 2017 per i volumi produttivi, ma questo non lascia ben sperare sul rilancio dello stabilimento modenese visto che nel corso del 2017 è stato fatto ricorso per 5 mesi ai contratti di solidarietà (gennaio-maggio) e a quest’ultima più recente settimana di cassa integrazione.
Inoltre nell’ultimo quinquennio, da agosto 2015 ad oggi, Maserati ha già utilizzato 6,5 mesi di ammortizzatori sociali (tra contratti di solidarietà e cassa integrazione) dei 24 mesi a disposizione sino a settembre 2020, e ciò insieme alla mancanza di prospettive produttive e di nuovi modelli, rafforza i motivi di preoccupazione. Infatti, ad oggi non ci sono notizie certe su nuovi modelli a marchio Maserati da produrre a Modena e anche se nel piano industriale futuro dovesse essere assegnato un nuovo modello a marchio Maserati, occorrerebbero parecchi mesi per la messa in produzione.
La Fiom/Cgil conferma tutte le forti preoccupazioni sul futuro produttivo dello stabilimento modenese, non da ultimo anche per effetto del calo di addetti della parte produttiva, oltre 50 distaccati in altri stabilimenti del Gruppo, non rimpiazzati da altri lavoratori.
Inoltre, nell’apertura della procedura di cassa integrazione l’azienda indica che prima di accedere alle giornate di ammortizzatore, ogni lavoratore dovrà utilizzare le ferie e i permessi maturati negli anni precedenti e nel corso del 2017, secondo quanto previsto dal CCSL (non firmato dalla Fiom/Cgil).
La Fiom/Cgil su questo punto ha ribadito che non esiste nessun obbligo da parte dei lavoratori di mettere a disposizione ferie e Par (permessi aziendali retribuiti) dell’anno corrente, in quanto le stesse circolari Inps non introducono questo obbligo per il lavoratore.
Le ferie sono un diritto del lavoratore, e non dell’impresa, utile a ritemprare il fisico e la psiche e non a governare i picchi e flessi del mercato aziendale.
“Già alla firma del Contratto di Solidarietà nel 2016, firmato da Fim/Cisl, Uilm/Uil e Fismic – prosegue la nota – la Fiom/Cgil aveva criticato il meccanismo insito in tale accordo in base al quale il lavoratore per maturare il rateo relativo a ferie/permessi, era obbligato, qualora non effettuasse giornate lavorative a sufficienza, a utilizzare ferie in luogo del contratto di solidarietà, per maturare le stesse ferie che oggi si chiede nuovamente di mettere a disposizione.
C’è una strana coincidenza nel Gruppo Fca perché in diverse aziende, tra cui anche Maserati a Grugliasco, c’è stata la richiesta di cassa integrazione per allungare la chiusura festiva di fine anno. A fronte di ciò diventa sempre più urgente un incontro sul piano industriale di Maserati e di tutto il Gruppo Fca e Cnhi”, conclude Fiom Cgil Modena.