Si chiama “I Ciclamini”, fiore che simboleggia speranza e rinascita, la nuova residenza per mamme e donne in situazione di disagio che ha inaugurato oggi, sabato 28 ottobre a Modena, negli spazi dell’ex convento della Madonna del Murazzo.
All’inaugurazione sono intervenuti il vescovo monsignor Erio Castellucci, il sindaco Gian Carlo Muzzarelli, l’assessora al Welfare Giuliana Urbelli e volontari della Croce Rossa, oltre alla presidente del Comitato di Modena Teresa Malieni.
Il nuovo progetto di accoglienza residenziale nasce dalla collaborazione tra l’assessorato a Welfare e Coesione sociale del Comune di Modena, la Croce Rossa Italiana e l’Arcidiocesi di Modena-Nonatola. L’Arcidiocesi ha messo a disposizione i locali di via del Murazzo 115, adiacenti ai luoghi di culto del Santuario della Madonna tuttora gestiti dai Padri giuseppini, dopo averli sistemati e adattati alla nuova funzione. Li ha quindi concessi in comodato al Comitato locale di Modena della Croce Rossa che si occuperà della gestione quotidiana della struttura in convenzione con i Servizi sociali del Comune a cui sono in capo programmazione, coordinamento e verifica del servizio.
Il progetto si inserisce nell’ambito degli interventi condotti dall’amministrazione comunale, anche attraverso percorsi di co-progettazione con altre istituzioni, realtà territoriali e associazioni, per dare risposte diversificate a situazioni di fragilità in cui il disagio psico-sociale si intreccia alla mancanza o alla perdita dell’abitazione.
In particolare, l’obiettivo dei “I Ciclamini” è sostenere con interventi di accoglienza residenziale le situazioni di nuclei familiari composti da mamme sole con figli minori o donne fragili in condizioni di disagio di natura prevalentemente abitativa.
Le ospiti saranno a loro volta chiamate partecipare al loro percorso di recupero dell’autonomia al pari degli altri utenti che beneficiano degli interventi sostenuti dai Servizi sociali che, nel caso specifico, elaboreranno per ciascuna delle donne accolte un progetto assistenziale ed educativo.
Nella casa “I Ciclamini” saranno ospitate donne con fragilità sociali o sanitarie, sole o con figli minori; persone che non hanno una rete parentale di supporto e che si trovano per diversi motivi a non avere un’adeguata soluzione abitativa o ad aver perso casa. Gli accessi, così come le dimissioni, saranno programmati dai Servizi sociali del Comune; l’accoglienza è infatti rivolta a un’utenza seguita dai Servizi territoriali o dal Centro stranieri per problematiche prevalentemente di natura abitativa dovute ad assenza di reddito o a reddito insufficiente per il mantenimento di un alloggio.
Nella nuova residenza, ricavata nei locali accanto al Santuario della Madonna del Murazzo di strada San Cataldo, abiteranno persone generalmente autonome nella cura di sé e dei figli, nella gestione del proprio spazio di vita e nelle relazioni con le altre ospiti. La funzione della struttura è infatti sostanzialmente quella di assicurare ai nuclei famigliari composti esclusivamente da mamme e figli minori e alle donne sole ospitati, la sicurezza abitativa, in modo che possano seguire, in condizioni di vita adeguate, il programma assistenziale ed educativo predisposto per loro.
L’obiettivo è aiutare le persone a riprendere il proprio percorso di vita in autonomia; la durata dell’inserimento sarà pertanto temporanea, generalmente per un periodo di sei mesi rinnovabili sulla base degli obiettivi previsti dal progetto finalizzato al conseguimento della maggiore autonomia possibile.
La Croce Rossa si occuperà della gestione della casa garantendo la fornitura di tutto l’occorrente, le utenze, le pulizie, un presidio giornaliero e la reperibilità notturna. I volontari saranno di giorno presenti nella struttura per verificarne il corretto utilizzo da parte delle ospiti e dei loro bambini, oltre che per sostenerle nelle attività. Con gli operatori dei Servizi sociali l’associazione condividerà inoltre informazioni sulle presenze, sull’andamento dei progetti d’inserimento, sui tempi di permanenza e la verifica dei progetti.
Da parte loro, le donne accolte dovranno dimostrarsi corresponsabili e partecipi al progetto elaborato per loro avendo anche un ruolo attivo nella cura dei locali e nello svolgimento della vita comunitaria.
La residenza è composta da 15 stanze con annessi servizi igienici, una sala e una cucina comuni; l’allestimento dei locali, messi a disposizione dall’Arcidiocesi di Modena-Nonantola dopo gli interventi necessari, è stato curato dai volontari della Croce Rossa che per farlo hanno in parte anche potuto riutilizzare gli arredi dismessi dall’hotel Principe di via Vittorio Veneto che, sostituiti lo scorso anno, erano stati appositamente recuperati dai volontari e conservati nei depositi comunali.