A Modena parlare di immigrazione è sempre più faticoso, conseguenza anche di un dibattito pubblico dominato da paura e demagogia. È questa la riflessione emersa dal comitato promotore modenese durante la raccolta firme per la campagna “Ero Straniero – L’umanità che fa bene”. Non poche le difficoltà incontrate, partendo dal disinteresse di alcuni, la diffidenza di altri che pur avvicinandosi per capire non si sentivano di partecipare e schierarsi e una paura generale delle persone sui temi di accoglienza e immigrazione.
I luoghi della campagna sono stati diversi e di varia natura, dalle sagre parrocchiali alle feste dei partiti politici, i banchetti nei mercati, il Supercinema Estivo, gli incontri nelle sedi e nei circoli delle associazioni che hanno aderito. Molte donne e molti giovani hanno firmato in queste occasioni e, spesso già informati della campagna, cercando in prima persona i volontari coinvolti nella raccolta firme. La convinzione e la passione dei volontari coinvolti ha portato a questo risultato ottenuto con impegno e dedizione e superando insulti e disinteresse.
Il 12 ottobre sono state spedite a Roma le 1346 firme raccolte sul territorio della Provincia di Modena contribuendo così alle 70.000 firme raccolte a livello nazionale per la campagna “Ero Straniero – L’umanità che fa bene” a sostegno della legge di iniziativa popolare che propone di cambiare politiche sull’immigrazione e superare la Bossi-Fini. Un traguardo che va dunque ben oltre l’obiettivo delle 50.000 sottoscrizioni necessarie, in base alla Costituzione italiana, per portare la legge all’attenzione del Parlamento. Nel Comune di Modena sono state 605 le firme raccolte, mentre a Nonantola, Formigine e Sassuolo, grazie a volontari instancabili, sono stati i tre comuni più partecipativi, con 569 firme, quasi metà del totale depositato dalla nostra provincia.
La proposta di legge di iniziativa popolare è composta da 8 articoli che prevedono di superare la legge Bossi-Fini attraverso: meccanismi diversificati di ingresso per lavoro, a partire dall’introduzione di un permesso di soggiorno temporaneo per ricerca di occupazione attraverso attività d’intermediazione pubbliche e private tra datori di lavoro italiani e lavoratori stranieri e dalla reintroduzione del sistema dello sponsor; forme di regolarizzazione su base individuale degli stranieri irregolari – anche nel caso di richiedenti asilo diniegati – qualora sia dimostrabile l’esistenza in Italia di un’attività lavorativa o di formazione, di legami familiari, sul modello spagnolo del “radicamento”; riformare il sistema di accoglienza adottando unicamente il modello Sprar e migliorando la qualità dei servizi attraverso meccanismi di monitoraggio efficaci; investendo sul lavoro, valorizzando le forze produttive del territorio e mettendo i centri per l’impiego nelle condizioni di erogare con efficacia servizi di formazione e avviamento lavorativo attraverso appositi sportelli per l’integrazione da finanziare, a livello nazionale e regionale, ricorrendo ai fondi europei; introdurre canali legali e sicuri d’arrivo in Europa: implementando i programmi di reinsediamento e favorendo la creazione di corridoi umanitari; garantendo mobilità interna a quanti giungono nel territorio europeo e chiedono protezione nel rispetto del principio dell’unità familiare e delle clausole umanitarie del regolamento di Dublino.
I promotori sul territorio modenese sono Acli, Arci, Centro Sociale Papa Giovanni XXIII, Associazione Porta Aperta, Casa delle Culture, Casa per la Pace, CNCA, T.A.M.-T.A.M. di Pace e hanno aderito anche CGIL, CISL, CSI Modena Volontariato e il Comune di Modena.