Se non si sbloccherà la situazione, diminuiranno alcuni servizi, come quelli per il lavoro, e ci saranno ulteriori riduzioni nella manutenzione delle strade a causa della mancanza di uomini e mezzi. Sono alcune delle motivazioni dello sciopero nazionale del personale delle Province e delle Città metropolitane, indetto oggi da Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl. L’astensione del lavoro ha coinvolto anche la Provincia di Modena, davanti alla cui sede stamattina hanno manifestato lavoratori e sindacati.
«La situazione del personale della Provincia di Modena sta diventando drammatica – affermano i segretari di Fp Cgil Modena Fabio De Santis, Cisl Funzione pubblica Emilia Centrale Davide Battini e Uil Fpl Giuseppe Belloni – Con il passaggio delle funzioni alla Regione e dei prepensionamenti, il personale è sceso da 522 unità (di cui 49 docenti) alle attuali 266 e l’età media supera i 50 anni».
In particolare i sindacati lanciano un grido di allarme per le condizioni dei 42 dipendenti dei Centri per l’impiego, oggi assegnati all’Agenzia Regionale per il Lavoro. «Anche se i servizi sono in gestione all’Agenzia, gli addetti rimangono dipendenti della Provincia – spiegano i sindacati – Dopo il referendum stanno vivendo una situazione di immobilismo istituzionale che, oltre a non aver risolto ancora nessuno dei loro problemi, sta mettendo a rischio il sistema dei servizi per l’impiego. Già oggi le attività del collocamento mirato sono al collasso e tra breve, se governo e Regioni non interverranno rapidamente, lo saranno anche quelle del collocamento ordinario Come sempre a rimetterci saranno soprattutto i più deboli, cioè i disoccupati».
Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl sottolineano poi i problemi delle manutenzione stradale. Oggi rimangono solo 51 operai, uno ogni 21 chilometri di strade. L’ultima assunzione di ruolo risale al 2010. Se non si sbloccheranno al più presto assunzioni e finanziamenti, per garantire la sicurezza dei veicoli le strade rischieranno ulteriori limitazioni nel transito; già oggi su alcune strade vige il limite dei 30 km all’ora e il divieto per i ciclomotori. A questo si aggiunge l’obsolescenza dei mezzi utilizzati per svolgere le lavorazioni: l’ultimo acquisto risale al 2007, l’anno medio di immatricolazione è il 1998, i chilometri medi percorsi sono 253 mila.
«È una situazione insostenibile», dicono De Santis, Battini e Belloni, per i quali la causa di tutto è la riforma che ha investito questi enti, con i tagli delle risorse e il blocco delle assunzioni senza aver fatto prima un’adeguata valutazione delle possibili conseguenze.
Con la scadenza dei termini per l’approvazione dei bilanci degli enti locali – 30 settembre 2017 -, il sistema di Comuni e, soprattutto, Province e Città metropolitane non riesce, in gran parte dei casi, a chiudere i bilanci in regola. «La Provincia di Modena ha potuto chiudere il bilancio grazie a 4 milioni di euro tra deroga ottenuta per la condizione di Provincia terremotata e avanzo del 2016. Come potrà recuperare questi soldi il prossimo anno? – si chiedono i sindacalisti – Ciò compromette la possibilità di garantire funzioni fondamentali, dagli interventi nell’edilizia scolastica alla manutenzione delle strade, dalla pianificazione territoriale provinciale alla tutela e valorizzazione dell’ambiente, dal controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale alla promozione delle pari opportunità».
Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl hanno sempre contestato il merito e le modalità della riforma di questi enti perché, anche se persuasi della necessità della loro riorganizzazione, non hanno condiviso un approccio che è sembrato più propagandistico che di merito e che, di fatto, ha portato alla totale paralisi dell’azione amministrativa di Province e Città metropolitane. Le organizzazioni sindacali propongono di cogliere l’occasione della prossima legge di Bilancio per rivedere modalità ed entità dei tagli e intervenire sbloccando le assunzioni di personale.
«É necessario trovare soluzioni strutturali e non improvvisate per evitare alle Province e Città metropolitane un dissesto che – concludono I segretari Fp Cgil Modena Fabio De Santis, Cisl Funzione pubblica Emilia Centrale Davide Battini e Uil Fpl Giuseppe Belloni – costringerebbe cittadini e lavoratori a pagare, come al solito, il prezzo più alto di un tentativo confuso di riforma».