Lettera aperta dei genitori della scuola di Infanzia Barchetta del quartiere Madonnina inviata a sindaco ed assessori del Comune di Modena per segnalare il problema dei cattivi odori percepiti da tempo nel giardino esterno all’edificio della scuola.
Se si traccia un raggio di 1 km dalle due fonderie presenti nel Villaggio Artigiano (Fonderie cooperative e Ponzoni) ricordiamo che troviamo – dicono dal comitato – : Asilo Pozzo e scuola elementare Villaggio Artigiano di via Emilio Po, Scuole elementari Giovanni XXIII e Medie Cavour via Amundsen, Asilo delle suore Parrocchia Madonnina, Asilo Barchetta, Nido Stella Tetra Pak, Polo scolastico Leonardo Da Vinci, più altre che abbiamo sicuramente dimenticato di citare.
Per permettere di inquadrare meglio la questione di seguito le finalità per cui è stato creato il comitato: un comitato di cittadini modenesi dal nome “RespiriaMO Aria pulita Modena” con l’intento di accelerare le decisioni in merito all’adozione di politiche forti di contrasto all’inquinamento dell’aria nel modenese.
Sviluppatosi spontaneamente dall’azione propulsiva di un gruppo di residenti dell’area attorno ai quartieri Madonnina e Villaggio Artigiano, il neonato comitato sta allargando la propria azione aggregando anche altre zone del tessuto urbano modenese, dimostrando come l’attenzione alla qualità dell’aria sia un tema piuttosto sentito in maniera trasversale.
I fondatori del comitato, che vede aumentare ogni giorno il numero di partecipanti, spiegano le finalità: “Siamo dell’idea che il dibattito sul tema dell’inquinamento non possa più essere rimandato. A partire dal trasloco delle attività industriali pesanti fuori dal centro città. Attività come quella svolta dalle Fonderie cooperative di Via Zarlati, in zona Emilio Po, non sono più tollerabili in mezzo alle abitazioni. Tanto più in un contesto, come quello della pianura padana, in cui notoriamente una concausa di fattori ambientali porta ad un ristagno delle emissioni inquinanti. Per quanto riguarda le Fonderie Cooperative si parla di fusione di ghisa anche attraverso l’utilizzo di forni a carbone: come è possibile che non vengano delocalizzate attività di fusione in zone idonee – lontano dalle abitazioni – come fatto, ad esempio, in tutta la Toscana già dieci anni fa?”
I residenti della zona attorno al Villaggio Artigiano e Madonnina, da anni lamentano problemi respiratori, tosse, nausea, bruciori agli occhi che trovano riscontro in evidenti depositi di polvere metallica su automobili e davanzali. Nonostante le continue richieste di intervento degli Enti preposti alla tutela della salute pubblica, ad oggi la fonderia resta dov’è nata quasi settant’anni fa, in un contesto totalmente mutato nel tempo. Perché si adottano politiche per la riduzione dell’inquinamento volte soltanto al contenimento di emissioni da veicoli urbani e riscaldamento civile, mentre le emissioni delle industrie pesanti sono totalmente ignorate?
Senza trascurare il fatto che le amministrazioni che precedono quella attuale hanno decantato il trasloco di attività come quella della fonderia di via Zarlati in tempi brevi già tra gli anni Novanta e Duemila.
I residenti della zona di Via Uccelliera e via Don Zeno Saltini aggiungono: “Nei momenti di maggiore intensità dei fumi della fonderia siamo costretti a chiuderci in casa. È frequente vedere il parco vuoto in certe ore del giorno e della sera, in corrispondenza di esalazioni particolarmente irritanti. Le ultime case costruite a meno di ottanta metri dalla fonderia sono state vendute con la promessa di un trasloco delle attività industriali pesanti entro 1-2 anni. Ed era il 2008. Il progetto di riqualificazione della zona ovest di Modena ha visto la dismissione della linea ferroviaria, ma del progetto di riqualificazione della zona del Villaggio Artigiano non c’è traccia. Chi di dovere abbia il coraggio di mettere per iscritto che quelle emissioni non costituiscono danno per la salute pubblica”.
Per contatti: comitatorespiriamo@gmail.com