arazzo-estense-museo-civicoUna giornata di studi sul restauro conservativo dell’arazzo Estense del museo civico di Modena, nella mattinata di sabato 12 novembre. La storia di “Camillo Gavasseti, pittore modenese in fuga tra amori e delitti” raccontata dallo storico dell’arte Angelo Mazza, nel pomeriggio di domenica 13 alle 17. Sono i nuovi appuntamenti del fine settimana a Palazzo dei Musei di Modena, in largo Sant’Agostino, nell’ambito della rassegna “Metti l’autunno in Museo”.

L’incontro di sabato 12 nella sala Ex Oratorio a piano terra del palazzo si svolge dalle 9.30 alle 12.30 e pone al centro dell’attenzione un’occasione esemplare di collaborazione tra Musei civici di Modena, Centro conservazione e restauro “La Venaria Reale” di Torino e Corso di Laurea magistrale in Conservazione e restauro dei Beni Culturali dell’Università di Torino. Con l’iniziativa si presenta al pubblico il recupero del panno intessuto, donato al Museo nel 1967 da Randolfo Bonacini, e le ricerche condotte nell’occasione, che tentano di ricostruirne la storia e di sciogliere l’affermazione dell’iscrizione: Factum Mutinae MDCLXVIII”.

Nonostante lo stato di conservazione apparisse discreto, prima del restauro l’aspetto generale dell’arazzo risultava come ingrigito. Le prime indagini hanno rivelato numerosi interventi di ritessitura e i filati originali dello stesso, sul quale si è scelto di agire secondo il principio del “minimo intervento”. In una pausa del convegno, nelle sale del Museo civico d’Arte sarà possibile osservare l’arazzo restaurato.

Nell’appuntamento di domenica 13 alle 17, che si svolge invece nella Sala dell’Archeologia dei Musei civici al terzo piano, Angelo Mazza, storico dell’arte e ispettore onorario del Ministero dei beni e delle attività culturali, parlerà di “Camillo Gavasseti, pittore modenese in fuga tra amori e delitti”. L’artista di cultura carraccesca fu arrogante e scapestrato o “uomo di garbo, e accorto, potente nel discorso, e cortigian forbito”, come riporta il Malvasia? Gavasseti, prima di fuggire a Parma per un grave reato che mescola violenza e passione amorosa, lasciò a Modena, dove era nato nel 1596, le decorazioni del soffitto a cassettoni della chiesa di Santa Maria degli Angeli (detta del Paradisino) e un dipinto nel Palazzo Comunale che raffigura la “Giustizia”. Nella sua conferenza, Mazza cercherà di ripercorrere la storia di una vita violenta e piena di ombre, condotta tra Modena, Parma, Padova, Cremona e Piacenza, e che, con tutta probabilità, si interrompe bruscamente a Reggio sotto la scure della terribile peste del 1630, portati a termine gli affreschi nella basilica della Madonna della Ghiara, suo capolavoro, realizzati grazie al salvacondotto procuratogli a fatica dai padri Serviti.

Informazioni online (www.museicivici.modena.it), facebook “museicivicimodena”.