“Con il rispetto che si deve ad un grande Paese e, soprattutto, a un’espressione di voto che – nonostante un’affluenza ancora una volta inferiore al 60% – ha comunque coinvolto oltre 12o milioni di persone, temo che con l’elezione di Donald Trump si apra una stagione delicata, per l’influenza che gli Stati Uniti tradizionalmente hanno sull’equilibrio del mondo. A differenza del voto che portò alla vittoria di Obama, più di speranza e apertura hanno prevalso paura e chiusura” Così Giammaria Manghi, Presidente della Provincia di Reggio Emilia.
“Ovviamente – prosegue Manghi – auspicavo altro esito, non condividendo contenuti, modi e il tenore della competizione elettorale di Donald Trump. Del nuovo presidente degli Stati Uniti, voglio cogliere il segnale positivo lanciato con il suo primo discorso, nel quale, oltre a ringraziare Hillary Clinton per quanto ha fatto per l’America, si è impegnato a superare le divisioni e a “unificare il Paese dopo una campagna brutale”.
E’ necessario che Donald Trump voglia davvero essere il presidente di tutti, e non solo di tutti i cittadini americani, per le sfide colossali che gli Stati Uniti – e noi con loro – si trovano ad affrontare. Dai migranti alle sofferenze sociali, dalla crisi economica ai focolai dei troppi conflitti internazionali ancora aperti, il mondo ha bisogno che gli Stati Uniti siano all’altezza di una situazione complessa e delicata che necessita non della supremazia di questa o quella superpotenza, ma della collaborazione tra tutti i Paesi che si ispirano ai valori della libertà, dell’eguaglianza e della fraternità.
Di certo, a maggior ragione dopo l’esito del voto americano, si rafforza la necessità di un’Europa che riesca ad essere autenticamente tale, per poter portare una voce autorevole e rappresentativa nella ricerca di un equilibrio internazionale, ora come mai indispensabile alle tante sfide cruciali che il mondo deve affrontare” – conclude il Presidente della Provincia di Reggio Emilia.