L’accordo regionale che unisce Sassuolo e Faenza per una strategia di marketing condivisa nell’ambito del turismo della ceramica, è certamente un buona iniziativa, a patto che non si fermi a semplici dichiarazioni di intenti. Auspico un progetto di marketing territoriale per Sassuolo, come capitale del distretto ceramico, che cominci anche dal valorizzare, o creare, quei simboli che nelle giuste piazze e negli accessi della città identifichino immediatamente, anche visivamente, per i turisti, l’eccellenza e la peculiarità che ci contraddistinguono. Il pubblico non può e non deve solo affidarsi all’iniziativa privata che ad oggi appare l’unica legata al territorio.
Ma se dall’alba si vede il giorno, questa Giunta non mi fa ben pensare. Ad oggi ha scelto di cancellare o snaturare il grande progetto di ristrutturazione, con parcheggio interrato o a silos, di Piazza Martiri Partigiani, proposto dalla precedente amministrazione, e vincitore di un concorso internazionale, che avrebbe avuto come fulcro e come impatto visivo, il mondo della ceramica. Parlo del concorso di idee che non a caso era stato condiviso con Assopiastrelle per valorizzare il prodotto simbolo di Sassuolo e del distretto. Una grande piazza libera che, come punto di arrivo ed ingresso al centro storico, sarebbe stata testimone principe della capitale della ceramica.
Certo, un progetto ambizioso ed economicamente difficile, lo capisco, ma chi amministra è chiamato a guardare avanti con una coraggiosa visione di sviluppo e di insieme della città, da raggiungere passo dopo passo. Invece questa giunta ha ridimensionato il tutto riducendolo sostanzialmente ad un progetto di ripavimentazione che lascia la piazza ad uso parcheggio, senza proporre alcuna seria alternativa di progetto, lasciando Sassuolo senza un forte simbolo della ceramica, ed arrivando al massimo ad agganciarsi pigramente al carro dell’iniziativa di altri enti e privati nel tentativo di raccogliere briciole, ma senza mai porsi come reale e concreta protagonista. Per questo invitiamo l’amministrazione ad un salto di qualità, andando oltre alle firme su protocolli ed accordi che senza volontà politica ed orgoglio per le nostre eccellenze, rischiano di rimanere, come ha deciso di lasciare il Carani, una scatola vuota”.