“Le prospettive di recupero e riuso del centro direzionale Manfredini dovranno naturalmente essere inquadrate nel Psc che, come abbiamo più volte ribadito, avrà tra i suoi obiettivi centrali la riqualificazione urbanistica ed edilizia della città. Ricordo comunque che, nel rispetto delle norme vigenti, l’Amministrazione è costantemente a disposizione per valutare ogni soluzione che la proprietà voglia proporre e per favorirne la realizzazione. Le abbiamo sollecitate e sappiamo che stanno lavorando, anche se la situazione è molto complessa”. Lo ha detto il sindaco Gian Carlo Muzzarelli, rispondendo oggi, giovedì 28 aprile, in Consiglio comunale all’interrogazione proposta per il Pd da Chiara Susanna Pacchioni sullo stato di abbandono del centro direzionale Manfredini, conosciuto come “Alcatraz”.
Proseguendo nella risposta, il sindaco ha descritto le misure per la tutela dell’immobile, della sicurezza della zona e del decoro urbano adottate finora dalla società Numeria Sgr Spa, che gestisce il fondo “Numeria Sviluppo Immobiliare” proprietario dello stabile, e illustrate con lettera al Prefetto lo scorso 19 aprile: sono stati saldati e chiusi tutti gli accessi e collocati i cartelli divieto di accesso e di pericolo; la società di vigilanza La Patria è stata incaricata del servizio di pattugliamento armato notturno, mediante due visite di ronda; un tecnico di fiducia è stato incaricato di verificare almeno due volte al giorno la situazione esterna e interna; sono stati avviati i lavori di cancellazione delle scritte, di cura del verde e di pulizia dell’area; è in fase di valutazione l’avviamento di un sevizio di guardiania diurna.
Nel testo dell’interrogazione la consigliera, dopo aver ricordato che nel 2011 la proprietà aveva presentato un progetto di recupero poi sospeso nel 2012 e che, da contatti con l’Amministrazione, era nata la proposta di utilizzare parte dell’immobile come sede di uffici comunali, aveva chiesto “quali azioni il Comune intenda intraprendere, per quanto di sua competenza e in accordo con la proprietà, per garantire il controllo dello stabile; se è possibile favorire soluzioni per superare l’attuale stato di incuria; se all’interno del Psc in definizione si possano prevedere norme per il recupero e il riutilizzo di immobili che, se pure di proprietà privata, contribuiscono in modo determinante alla riqualificazione della città”.
Muzzarelli ha poi riepilogato la serie di controlli specifici sul Direzionale Manfredini eseguiti dalla Polizia municipale di Modena nel mese di marzo, in seguito alle segnalazioni giunte dai cittadini, sottolineando comunque che in viale Corassori, vicino all’ingresso del Direzionale, viene svolto quotidianamente in tre diverse fasce orarie il presidio stradale scolastico che consente di effettuare anche un presidio territoriale sulle aree contigue. I sopralluoghi sono stati eseguiti il 9, l’11, 16, 21 e 30 marzo (nelle ultime tre date sia nei turni mattutini che pomeridiani), senza rilevare segni di intrusione e presenze anomale.
A seguito di un’ulteriore segnalazione, l’11 aprile, è stato fatto un controllo all’interno dell’edificio nel quale è stata trovata forzata una delle porte di accesso a tutti gli ambienti interni, collocata nel seminterrato. Non sono state rinvenute comunque tracce di bivacchi, spacciatori o di confezionamento di sostanze stupefacenti, ma sono state trovate a terra le guaine di rivestimento del rame rubato. Qualche giorno dopo, una verifica interna più approfondita è stata eseguita da un responsabile della proprietà, insieme alla ditta di vigilanza privata e a un fabbro per chiudere le porte forzate. Il 20 aprile, infine, a seguito della petizione dei cittadini, la Municipale ha svolto un ulteriore sopralluogo al quale hanno partecipato la presidente del Quartiere 4, alcuni residenti e un rappresentante della proprietà. Nell’occasione si è potuto accertare che nel parcheggio interrato, con accesso da via monsignor Della Valle, sono stati eseguiti lavori di saldatura di una porta che portava all’interno dell’edificio e il tamponamento in muratura di una finestra. La visita all’interno del complesso ha permesso di rilevare che non vi sono tracce di frequentazioni o pernottamenti anomali. Nel frattempo, il 4 aprile, l’argomento è stato trattato in sede di Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, con la presenza del comandante della Municipale e dei rappresentanti della proprietà, che si sono dichiarati disponibili ad assecondare le richieste della Prefettura e dell’Amministrazione comunale.
Dopo aver chiesto la trasformazione in interpellanza, Luca Fantoni (M5s) ha affermato che le “variazioni d’uso, viste le caratteristiche dell’immobile, sono difficili da ipotizzare ma bisognerà dialogare con la proprietà e ragionare in sede di Psc su cosa farne se non vogliamo trovarci con un ecomostro in città”. Sulla stessa linea Fabio Poggi, Pd, ha commentato che “qualunque progetto di trasformazione del complesso dovrà essere studiata nell’ambito del Psc ma a quell’edificio deve essere data la massima possibilità di conversione”, e Marco Chincarini, di Per me Modena, ha suggerito di considerare la possibilità per il Comune “di farsi promotore di un bando di respiro nazionale o internazionale per presentare la situazione e cercare una proposta risolutiva”
In replica, la consigliera Pacchioni si è detta “soddisfatta di sapere che la sicurezza è garantita e per il fatto che è iniziato un dibattito sull’eventuale riutilizzazione dello stabile”.