In occasione della seconda edizione di GAL – GenerAzione legale che coinvolge i Comuni del Distretto Ceramico, due importanti appuntamenti di condivisione e confronto sui temi della legalità si terranno al Castello di Formigine.
Martedì prossimo 5 aprile alle 21 è in programma (R)esistenza anticamorra, una chiacchierata con i testimoni di giustizia Salvatore Castelluccio, titolare del negozio di parrucchieri “Pianeta donna” di Napoli e Luigi Leonardi, ex titolare dell’azienda Leo Lamp. L’incontro, introdotto e moderato dal presidente dell’associazione Iolotto Michele Ammendola, è in collaborazione con l’associazione Mediterra. Castelluccio, che vive sotto scorta, e Leonardi racconteranno le loro storie di imprenditori che non si sono assoggettati alla camorra e hanno denunciato i tentativi di estorsione subiti, mettendo così a repentaglio le loro vite e quelle dei familiari.
Il giorno seguente, mercoledì 6 aprile alle 21 sempre al Castello, focus sull’Operazione Aemilia e il ruolo delle parti offese con la presenza di Vincenza Rando, avvocato, responsabile dell’ufficio legale dell’associazione Libera), di Cinzia Franchini, presidente nazionale di Fita/Cna e dei rappresentanti dei sindacati regionali. Una conferenza molto attesa dopo l’avvio a Bologna del maxi-processo “Aemilia”, il più grande processo contro le mafie mai svolto nel Nord Italia scaturito da un’importante inchiesta che ha disvelato il forte radicamento assunto da un’organizzazione ‘ndranghetista, molto ramificata nel territorio emiliano. Sarà l’occasione per riaffermare il concetto che il processo alla ‘ndrangheta deve servire a: “condannare i responsabili di questi gravissimi fatti, impedire che agiscano ancora, sradicare questo sodalizio criminale, riaffermare i diritti dei lavoratori”. Ma, nel contempo, “dare senso compiuto e forza all’affermazione della legalità economica e nel lavoro, affinché non risulti vano ciò che è stato fatto dai tanti soggetti che si sono impegnati in questa direzione in questi anni”. Cgil Cisl e Uil hanno scelto di costituirsi Parte Civile, insieme ad altre associazioni ed espressioni della società civile, dunque per “ribadire con fermezza e determinazione la volontà di sconfiggere le mafie”.