Gli spazi destinati a ospitare il reparto per le detenute madri e i loro figli nel carcere di Bologna, per quanto ancora da ultimare, “risultano adeguati dal punto di vista degli spazi, ma ancora presentano caratteristiche tipiche di un carcere”, caratteristiche “assolutamente non compatibili con l’eventuale presenza di bambini, essendo presenti inferriate e porte blindate”.
A segnalare il caso è la Garante delle persone private della libertà personale della Regione Emilia-Romagna, Desi Bruno, dopo la sua visita nella giornata di ieri alla casa circondariale di Bologna dedicata alla sezione femminile della Dozza, che ospita al momento 66 detenute su un totale complessivo di 774 ristretti: la figura di garanzia dell’Assemblea legislativa ha voluto ribadire la sua “netta contrarietà all’apertura di questo reparto”, sia per “l’incidenza sporadica del fenomeno nella nostra regione”, sia soprattutto perché “la normativa consente che le detenute madri possano essere ospitate in istituti a custodia attenuta o in case famiglia protette”.
La Garante ha effettuato un sopralluogo, a fronte di una segnalazione congiunta dei sindacati di polizia penitenziaria, anche in quello che quello che viene definito “reparto di osservazione psichiatrica”, di recentissima costituzione: ospita attualmente 3 detenute provenienti da Firenze Sollicciano in due celle (2 in ragione di minorazione psichica e una per infermità psichica sopravvenuta durante l’esecuzione della pena), in una soluzione che pare “di tutta evidenza incongrua in quanto tale reparto è stato ricavato in uno spazio che precede l’ingresso in una sezione detentiva ordinaria che è luogo di passaggio frequente sia per le detenute comuni collocate in tale sezione che per il personale del reparto”. Al riguardo, è intenzione della Garante chiedere notizie in merito ai soggetti istituzionali coinvolti nella costituzione di tale “reparto psichiatrico” e nell’assegnazione delle detenute al reparto in questione.
La visita è proseguita poi al secondo piano della sezione femminile in cui si trovano gli spazi per le attività, fra le quali la sartoria, e per la scuola, che sono risultati adeguati. Nel corso della visita sono stati effettuati colloqui con le detenute.