Sono rientrate a casa ieri Stefania Ziribotti 21 anni e Silvia Ricci di 20, le due ragazze fioranesi che martedì si trovavano nell’area di accesso alla zona d’imbarco dell’aeroporto di Bruxelles al momento dell’esplosione.
Poche ore dopo l’attentato, le due giovani erano state trasferite nel villaggio universitario di Leuven a 30 km da Bruxelles, qui hanno trascorso la notte in un hotel con un unico pensiero ‘come tornare a casa’.
“Abbiamo contattato più volte la Farnesina, l’ambasciata italiana, ma niente continuavano a dire che loro non potevano farci nulla, che potevamo tornare ma a nostro rischio e pericolo” – ci spiega Stefania.
“Ci siamo sentite abbandonate a noi stesse, quindi abbiamo deciso di organizzarci autonomamente. Siamo andate sul computer dell’hotel e abbiamo cominciato a cercare… L’unica cosa possibile era prendere un treno da Leuven sino a Monaco e da Monaco prendere un aereo per tornare a casa”. Così le ragazze hanno fatto: “Abbiamo prenotato tutto a nostre spese e non sappiamo se saremo mai risarcite”.
“Mercoledì mattina alle 6 – prosegue Stefania – abbiamo preso un taxi per andare fino alla stazione li Leuven, dove non c’era neanche un poliziotto – puntualizza – da lì abbiamo preso il treno per Liege. Appena arrivate a Liege ci hanno detto che non potevamo prendere il treno per Francoforte perché c’era rischio attentato. All’ufficio informazioni ci hanno consigliato un treno per Colonia. Siamo arrivate a Colonia e da lì tutto tranquillo fino a Monaco”.
“A Monaco – prosegue Stefania nel suo racconto – abbiamo preso la metro per l’aeroporto e siamo finalmente arrivate dentro al gate. Durante tutto il viaggio c’era tensione, avevamo sempre gli occhi “apertissimi”. Da Monaco a Milano tutto bene. Lì ci sono venuti a prendere i nostri genitori. Eravamo tutti molto emozionati ed abbiamo tirato davvero un sospiro di sollievo…”.
“Abbiamo ripreso da subito le nostre vite e ringraziamo di cuore tutti quelli che ci sono stati vicini, le nostre famiglie, gli amici.
Se viaggeremo ancora in aereo? Non ci fermiamo davanti a quanto successo, riprenderemo certo un aereo e viaggeremo ancora. Andiamo avanti e basta anche se la paura rimane, chiaramente”.