È dedicata all’arte polacca sorta dopo l’autonomia ottenuta nel 1989 la mostra “La memoria finalmente” che la Galleria civica di Modena inaugura sabato 19 marzo alle 18 alla Palazzina dei Giardini ducali. Un percorso espositivo che attraverso fotografie, pittura, collage, sculture, disegni, installazioni e video racconta il delicato passaggio vissuto dal Paese, rivelando un tratto deciso e autonomo, piena espressione della Polonia post-socialista di oggi.
La mostra, curata da Marinella Paderni, prodotta con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e realizzata in collaborazione con l’Istituto Polacco di Roma sarà visitabile fino al 5 giugno 2016.
La ricerca di un’identità nel presente, che rappresenti anche la promessa del futuro, è il leitmotiv dell’esposizione che “ruba” il titolo, “La memoria finalmente”, a quello di una poesia di Wisława Szymborska, scrittrice polacca premio Nobel per la letteratura nel 1996. Quindici gli autori selezionati, scelti nelle generazioni nate tra la fine degli anni Cinquanta e la prima metà degli anni Ottanta del Novecento perché, come spiega la curatrice, “particolarmente intensi, lucidi e poetici nel restituire la temperatura del loro presente e delineare i contorni del loro futuro”. Gli artisti presenti in mostra sono Mirosław Balka (1958), Paweł Ałthamer (1967), Wilhem Sasnal e Monika Sosnowska (1972), Nicolas Grospierre (1975), Michał Budny, Paulina Ołowska e Aleksandra Waliszewska (1976), Michał Grochowiak (1977), Iza Tarasewicz (1981), Jakub Woynarowski (1982), Anna Molska (1983), Ewa Axelrad (1984), Agnieszka Polska (1985), Slavs and Tatars (2006).
Spartita dalla fine del ‘700 sino ai primi del ‘900, tornata indipendente tra 1918 e 1939, la Polonia fu travolta e distrutta dalla seconda Guerra mondiale, alla cui conclusione divenne un paese del blocco socialista sovietico. Ma, scrive ancora Marinella Paderni, “anche se i conflitti politici del 20° secolo l’hanno parzialmente isolata e i regimi ne hanno oscurato le ricerche avanguardistiche, gli artisti polacchi non si sono mai arresi all’oppressione, portando avanti non senza difficoltà, il loro lavoro”. E oggi, a 27 anni dall’indipendenza democratica, la Polonia è diventata la culla di un rinascimento culturale senza precedenti e di un’arte autonoma, priva di condizionamenti e censure.
La libertà ritrovata ha rappresentato la promessa del futuro senza il pericolo di cadere nelle trappole della rimozione e della perdita di memoria. La scena artistica contemporanea ha contribuito in maniera incisiva a questo rinascimento culturale anche grazie a una riflessione critica attenta tanto al passato quanto al presente, capace di generare la consapevolezza necessaria per giungere alla costruzione di nuova identità. Critical Art e New Documentalists sono alcuni dei fenomeni artistici principali sorti tra gli anni Novanta e gli anni Duemila che si sono fatti carico di affrontare schiettamente il tema delicato della memoria, gli effetti del capitalismo e della globalizzazione impiantati su una storia di totalitarismi, l’essere e il divenire della società polacca.
La mostra “La memoria finalmente” è corredata da un catalogo bilingue (italiano e inglese) con un ricco apparato iconografico, edito da Silvana Editoriale, che contiene non solo le informazioni biografiche degli artisti ma anche un profilo critico del contesto storico e culturale della Polonia a cavallo tra due sistemi politici con i contributi a firma di Marinella Paderni, del filosofo polacco Andrzej Leder e della storica d’arte contemporanea Joanka Zielinska, curatrice al Museo d’arte contemporanea di Varsavia.
L’esposizione è aperta dal mercoledì al venerdì dalle 10.30 alle 13 e dalle 16 alle 19.30; sabato, domenica e festivi dalle 10.30 alle 19.30. Lunedì e martedì chiuso.
Domenica 20 marzo, ore 10.30, la curatrice Marinella Paderni condurrà una visita guidata alla mostra, a ingresso libero e senza prenotazione, cui seguirà una colazione polacca.