Nonostante fosse ai domiciliari per droga, continuava l’illecita attività di compravendita di stupefacenti anche e soprattutto grazie all’utilizzo dei social network tra cui Facebook! A scoprirlo i Carabinieri dell’aliquota operativa della compagnia di Reggio Emilia, le cui risultanze investigative condivise dalla Procura reggiana, hanno indotto quest’ultima Autorità Giudiziaria a richiedere ed ottenere dal GIP del Tribunale di Milano l’aggravamento della misura cautelare nei confronti di un 36enne tunisino residente a Reggio Emilia, ora finito in carcere dove è stato condotto dai Carabinieri. L’uomo era stato arrestato il pomeriggio di Santo Stefano dello scorso anno. Passeggiava nei pressi della stazione con moglie e figlioletto a carico, ma è incappato nei controlli dei carabinieri che, in concomitanza con le festività di Natale e fine anno, avevano intensificato le attività di controllo nella zona della stazione ferroviaria. Durante i controlli l’uomo era stato trovato in possesso di circa 400 grammi di cocaina che nascondeva nella tasca della sua giacca. Dalla strada alla caserma il passo è stato breve: accertata l’estraneità della moglie, l’uomo era stato arrestato con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti. Dopo aver passato le feste di fine ano in carcere il 7 gennaio scorso l’uomo aveva ottenuto il beneficio degli arresti domiciliari che però ha violato continuando nell’illecita attività di compravendita anche attraverso i social network come Facebook attraverso i quali manteneva i dovuti contatti. I Carabinieri che l’hanno scoperto continuare a mantenere “stretti” rapporti grazie ai social hanno ottenuto a carico del 36enne tunisino il provvedimento cautelare in carcere.
L’esito delle indagini condotte dai Carabinieri reggiani hanno infatti visto questi ultimi, relazionare l’illecita condotta alla Procura reggiana che, condividendo le risultanze investigative dei Carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Reggio Emilia, richiedeva ed otteneva dal GIP del Tribunale di Milano l’inasprimento della misura cautelare concretizzatisi con l’ordinanza di custodia cautelare in carcere dove l’uomo veniva condotto dai Carabinieri reggiani.