Martedì 1 dicembre proseguono alla Fondazione Collegio San Carlo di Modena (via San Carlo, 5) le conferenze del ciclo dedicato al tema Redenzione, ideato dal Centro Studi Religiosi. Ida Zilio-Grandi tiene la conferenza dal titolo Perdono e redenzione. La liberazione dal male nell’Islam.
Zilio-Grandi insegna Lingua e letteratura araba presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Nei suoi studi, che incrociano storia delle religioni e filologia, si è occupata della cultura araba e delle stratificazioni dottrinarie di tematiche coraniche, con particolare riguardo alla figura del profeta e alle concezioni del male, della giustizia e della punizione divina nell’Islam. Si è confrontata inoltre con i problemi giuridici posti dal rapporto tra diritto islamico e diritto italiano. Ha curato l’edizione italiana di numerosi classici della letteratura islamica medievale, del Dizionario del Corano e della traduzione commentata del Corano (Milano 2010). Tra le sue opere: Il Corano e il male (Torino 2002); Il dialogo delle leggi. Ordinamento giuridico italiano e tradizione giuridica islamica (a cura di, Venezia 2006); Sposare l’altro. Matrimoni e matrimoni misti nell’ordinamento italiano e nel diritto islamico (a cura di, Venezia 2006).
Il pensiero coranico distingue due differenti situazioni di liberazione dal male, una antecedente il male stesso, l’altra che è a esso successiva. Nel primo caso l’uomo è salvaguardato, protetto, mantenuto al riparo dal male; nel secondo caso si tratta invece di rimediare al male, quindi di effettiva liberazione.
Non di rado il Corano rappresenta i temi salienti dell’insegnamento grazie alle vicende di alcuni personaggi già noti al proprio uditorio, per lo più dei profeti biblici – spiega Zilio-Grandi – Per esemplificare la liberazione antecedente il male, con l’impeccabilità e l’infallibilità, il Libro ricorre alla figura di Gesù insieme a quella di sua madre Maria.
Quanto all’idea di liberazione dal male come operazione a posteriori, – presegue Zilio-Grandi – è attestata nel Corano con maggiore frequenza. Innanzitutto attraverso la figura dei progenitori, Adamo ed Eva, tutta costruita attorno all’ammissione sincera del loro male, dunque sulla forza del pentimento il quale si esprime in una preghiera, appello alla misericordia di Dio. Se c’è pentimento, il perdono di Dio è fuori di dubbio; ma solo perché senza il perdono di Dio il pentimento non si dà affatto.
È un punto capitale: affermare l’identità di perdono e pentimento vale a dire che il ritorno, nell’apparente bidirezionalità, è sempre quello liberissimo e munifico di Dio. “Vi sono due tipi di ritorno – scrive ad esempio il celebre commentatore al-Tabari (m. 923 d.C.) – l’uomo che torna a Dio e Dio che torna all’uomo.
Il ritorno del servo verso il suo Signore significa disporsi nella direzione di quel che piace a Dio abbandonando quel che Lo mette in collera; il ritorno di Dio verso il Suo servo è il dono di tutto questo, ovvero della riconversione del servo, è la Sua stessa riconversione nei confronti del servo, dalla collera alla soddisfazione, dalla punizione al generoso perdono”. Insomma, l’identità linguistica di pentimento e perdono non deve trarre in inganno, non suggerisce infatti una parità tra l’uomo e Dio nel movimento del ritorno, ma proprio il contrario, e cioè che una sola è l’origine del ritorno
La conferenza si tiene nel Teatro della Fondazione, con inizio previsto alle ore 17,30. La conferenza, come tutte le altre del ciclo, sarà inserita nell’archivio conferenze presente nel sito www.fondazionesancarlo.it, da cui potrà essere scaricata gratuitamente. A richiesta si rilasciano attestati di partecipazione. Il ciclo di lezioni gode dell’accredito ministeriale per la formazione del personale della scuola (DM 18 luglio 2005).