PasoliniSabato 31 ottobre, presso la Sala Casini annessa al Centro Giovani di Scandiano in via Diaz 17, si terrà dalle ore 9.30 alle 13, la tavola rotonda dal titolo Pasolini e la degradazione del linguaggio che apre la rassegna di appuntamenti curata dall’Amministrazione comunale di Scandiano dal titolo Lo scandalo del contraddirmi. Pasolini Profeta civile che a 40 anni dalla morte, vuole contribuire a far conoscere il pensiero critico, illuminato e poetico del grande  intellettuale e artista italiano.

L’iniziativa è resa possibile grazie alla collaborazione del Centro Studi – Archivio Pier Paolo Pasolini di Bologna che, insieme all’Amministrazione, ha individuato il tema e i relatori da invitare. Tutta la mattinata di sabato verterà, infatti, su ciò che Pasolini ha detto e scritto relativamente ai mezzi di comunicazione di massa e, in particolare,  alla televisione.

Sin dagli anni Cinquanta Pasolini si è distinto, infatti, per i frequenti interventi in dibattiti culturali e politici, concentrando in articoli polemici questioni del secondo dopoguerra, a cominciare dalla scomparsa delle culture popolari. Sino al 1968, egli spera ancora in una difesa dei valori tradizionali, coniugando aspirazione alla rivoluzione e rifiuto dei caratteri delle società capitalistiche. Dopo quella data si scaglia più fortemente contro tutti gli aspetti delle società di massa, dal potere ai mass media. I principali scritti sono pubblicati su riviste e quotidiani, Corriere incluso, e riproposti in parte in Scritti Corsari (1975) e Lettere luterane (1976, postuma). In Contro la Televisione (1973) Pasolini rileva come il centralismo della civiltà dei consumi sia riuscito dove non è riuscito il centralismo fascista. La televisione, in tal senso, è responsabile del processo di omologazione, Pasolini individua, infatti,  nel linguaggio della televisione e in quello tecnico-scientifico delle industrie le componenti della nuova lingua nazionale, che presto avrebbe omologato i dialetti. Pasolini si scaglierà contro questo esito, proponendo un’estrema difesa dei dialetti.

L’intellettuale friulano vedeva davanti ai suoi occhi modificarsi velocemente la società italiana, passata dalla sottomissione del fascismo alla sottomissione dell’inutilità della politica. Nuovi mezzi e nuovi stili s’impossessavano dell’Italia popolare. La televisione aveva rivoluzionato la comunicazione politica: niente più parità, ma una voce di Verità che entrava nelle case, leggeva il Verbo ed educava. La lingua si uniforma e a Pasolini questo non piace per nulla: La lingua è vita e la comunicazione è la sua espressione. I nuovi mass media, secondo Pasolini, sono fascisti più del fascismo, perché annichiliscono l’individualità dell’ascoltatore che si ritrova subordinato rispetto all’oratore. Un oratore che non interloquisce mai, non aspetta gli applausi o i fischi, non dà modo di ricevere una risposta o una critica Questo svilimento della lingua, questa volontà uniformante nei costumi, nella parola, nella democrazia era, per lo sfortunato poeta, solo un tassello di una forza mortifera più grande. Era la società dei consumi che distruggeva le tradizioni locali, sradicava l’uomo dalla sua terra, sfasciava le famiglie. In questa nuova società il modello del piccolo borghese diventava l’aspirazione di tanti, un modello dove la fatica del mese, che si concretizza in uno stipendio sudato, si riversa in consumi pubblicizzati nelle case durante l’ora di cena attraverso la solita voce che esce dalla televisione.

La tavola rotonda del 31 ottobre vedrà i saluti dell’Amministrazione comunale di Scandiano nella persone del Sindaco Alessio Mammi e dell’Assessore ai Saperi Alberto Pighini, per entrare poi nel vivo dell’incontro che vedrà l’intervento di Gualtiero De Santi, Professore dell’Università  di Urbino, studioso e critico letterario, dal titolo Pasolini, linguaggio e potere, l’intervento di Marco Vallora, Storico dell’arte e Professore di Estetica c/o il Dipartimento di Architettura e Studi urbani del Politecnico di Milano, dal titolo La re-gradazione nel linguaggio di P.P. Pasolini, l’intervento di Anne-Violaine Houcke, ricercatrice di cinema all’Università Paris Ouest – Nanterre e borsista dell’Accademia di Francia a Roma, dal titolo Il dispositivo cinematografico della Visione del Merda in Petrolio: la nuova Euresi (invenzione) della via di Torpignattara e l’intervento del Dott. Roberto Chiesi, responsabile del Centro Studi – Archivio Pier Paolo Pasolini di Bologna, dal titolo Il linguaggio del sarcasmo borghese – da Porcile a Salò.

Gualtiero De Santi è Professore Ordinario di Letterature Comparate presso l’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo” (dove anche tiene la cattedra di Letteratura Italiana). Ha insegnato anche Storia del cinema presso l’Università di Udine nell’anno accademico 1990-91 e Elementi di regia all’Accademia di Belle Arti di Urbino dall’anno scolastico 1978-79 al 1981-82. E nell’ateneo urbinate ha avuto anche la cattedra di Letteratura Moderna e Contemporanea e di Metodologia e analisi dello spettacolo. I suoi interessi di saggista spaziano dal teatro alla storia del film, dalle arti figurative alla critica letteraria alla filosofia, privilegiando in modo più peculiare sia il cinema sia soprattutto l’ambito della poesia e in genere della letteratura, tanto italiana che straniera. Ha scritto studi e saggi su Dante, Teresa de Ávila, Giacomo Leopardi, Alessandro Manzoni, Ippolito Nievo, Edmondo De Amicis, Stéphane Mallarmé, Paul Valéry, Giuseppe Ungaretti, Salvatore Quasimodo, Alberto Moravia, Sandro Penna, Attilio Bertolucci, Luigi Bartolini, Mario Luzi, María Zambrano, Anna Maria Ortese, Pier Paolo Pasolini, Edmond Jabès, Paolo Volponi, Franco Fortini, Andrea Zanzotto, Giovanni Giudici, Amelia Rosselli, oltreché su Donna e lavoro nella letteratura italiana del Novecento.

Marco Vallora è nato a Torino dove ha lavorato come critico cinematografico, come storico dell’arte e consulente editoriale presso la casa editrice Einaudi. Si è laureato con dignità di stampa, relatore Gianni Vattimo, Claudio Magris, Gianni Rondolino e Lionello Sozzi. Ha t radotto e libri di cinema e di semiotica, di letteratura e di arte, collaborato a diverse riviste, tra cui Paragone, La Rivista di Estetica, Nuovi Argomenti, L’Indice, Liberal, Leggere e riviste specializzate in arte, come Art Dossier, il Terzo Occhio, ecc. Collabora e ha collaborato a quotidiani e settimanali: tra questi La Repubblica, La Stampa, Panorama, L’Europeo, gli inserti culturali del Giornale e di Il Sole Ventiquattrore, e curato molte trasmissioni, su Radio Tre e Radio Svizzera, Rai Sat e Rai Tre. Ha diretto una rivista di cinema, Essai. Ha dedicato saggi a Barthes, Proust , Butor, Picasso e le avanguardie, Ejzensejn, Balasz, Godard, Roberto Longhi, Giovanni Arcangeli, Gianni Testori, Schnitzler, Gide, Cocteau, Simenon, Pasolini, Zavattini, Palazzeschi, Paul Morand, Malerba, Valery Larbaud, Paul Léautaud, Lalla Romano ed altri. Si è occupato di fenomenologia degli stili e del problema estetico del rapporto tra le varie arti: la pittura e la scrittura, la musica e la pittura, il cinema e il romanzo, l’architettura, le arti figurative e il cinema. Ha curato mostre o presentato, in catalogo, artisti come Salvator Rosa, Cézanne, Manet, Monet, Giacometti, Vallotton, Soutine, Carrà, Casorati, De Chirico, Savinio, De Pisis, Maccari, Manzù, Burri, Arturo Martini, Sutherland, Ferroni, Clerici, Carol Rama, Guccione, Mattioli, Congdon, Afro, Marcarelli, Vallorz, Vignozzi, Pericoli, Giancarlo Vitali, Forgioli, Mitsouchi, Music, Ruggeri, Francese, Zigaina, Tom Corey, Armodio, Zavattini, e tenuto a battesimo alcuni giovani pittori, come Velasco, Papetti, Pignatelli, La Casella, La Cognata, Frangi, Martinelli, Guida e molti altri. Tiene abitualmente conferenze e presentazioni di libri e di mostre, tra cui una serie di conferenze sulla storia dell’arte contemporanea per l’ACI (Associazione Culturale Italiana) o di storia dell’opera lirica, per vari enti musicali. Attualmente è critico d’arte per La Stampa e lo Specchio. Insegna Storia dell’Arte Contemporanea all’Università di Urbino ed è stato chiamato dal professor Bruno Adorni per tenere un corso di storia dell’arte e storia della critica alla Facoltà di Architettura di Parma. Al Politecnico di Milano tiene corsi di Estetica dal 2003.

Anne-Violaine Houcke è francese, vincitrice nel 2013 del XXIX Premio Pasolini 2013 Tesi di Laurea consegnato il 23 novembre al Teatro Pasolini di  Casarsa, in occasione del recente convegno di studi Pasolini e la pedagogia. La giovane studiosa vanta un curriculum di tutto rispetto scientifico: alla Sorbonne ha studiato Archeologia e quindi Lettere Classiche, per dedicarsi  in seguito allo studio del cinema e firmare pubblicazioni di saggi e approfondimenti sul cinema italiano e francese in riviste specializzate, quali Trafic e Cineforum.
Altrettanto corposa (quasi 700 pagine) la sua tesi di dottorato dal titolo L’invention de l’antique dans le cinéma italien moderne: la poétique des ruines chez Federico Fellini et Pier Paolo Pasolini, sostenuta all’Université Paris Ouest Nanterre La Défense nel dicembre 2012. Un lavoro ponderoso che la commissione giudicante, composta da Massimo Fusillo (presidente), Marco A. Bazzocchi, Luciano De Giusti, Hervé Joubert-Laurencin e Peter Kammerer, non ha esitato a incoronare per la vastità e la padronanza dell’approccio pluridisciplinare, tra sguardi archeologici, antropologici, cinematografici e di psicologia del profondo, e per l’originalità dell’angolo tematico sottoposto a capillare indagine.

Roberto Chiesi è critico cinematografico e responsabile del Centro Studi – Archivio Pasolini della Cineteca di Bologna, scrive per i periodici Cineforum, Segnocinema, Cinecritica e Cinemasessanta. È autore di monografie dedicate ad attori (Alain Delon, 2002; Gérard Depardieu, 2005) e registi (Jean-Luc Godard, 2003) del cinema francese. Ha collaborato al Dizionario critico dei film dell’Enciclopedia Treccani (Roma, 2004) e ai volumi Pasolini und der Todt (Pinakothek der Moderne, Monaco 2005), Pasolini O sonho de uma coisa (Cinemateca Portuguesa – Museu do Cinema, Lisbona, 2006) e Progetto Petrolio (CLUEB, Bologna, 2006). Ha inoltre curato le monografie Hou Hsiao-hsien – Cinema delle memorie nel corpo del tempo (Le Mani, Recco, 2002), Marcello Mastroianni, attore di teatro (Cineteca di Bologna-Le Mani, Recco, 2006) e Pasolini, Callas e “Medea” (Franco Maria Ricci, 2007).

 

Gli interventi saranno arricchiti dalla proiezione di spezzoni tratti da interventi televisivi di P.P.Pasolini: “Sapere – L’uomo e la società” del 1968, “Pasolini e il pubblico” del 1970, “IIIB facciamo l’appello” del 1971 e “Italiani oggi – Controcampo” del 1974 di proprietà delle Teche Rai di Roma che hanno concesso l’autorizzazione al loro utilizzo.

In sala, durante tutta la mattinata, sarà presente Fabio Magnasciutti, illustratore e musicista, collaboratore dell’Unità e di Repubblica, docente presso l’Accademia dell’Illustrazione di Roma, curatore  della videografica del programma televisivo Che tempo che fa, che animerà gli interventi con disegni dal vivo. Ad apertura della tavola rotonda verrà anche proiettato il video ppp.mov che Magnasciutti ha realizzato su Pasolini, scaricabile anche da youtube, alcune tavole tratte dal video saranno esposte dal 31 ottobre 2015 al 28 aprile 2016 presso l’ospedale Magati di Scandiano.