Sono 19.699 le imprese artigiane attive nella provincia di Reggio Emilia nel terzo trimestre del 2015, con un lieve calo di 67 unità (pari allo 0,3%) rispetto allo stesso periodo del 2014. Lo afferma una elaborazione su dati Movimprese realizzata dal centro studi nazionale di Confartigianato Lapam, che ha esaminato la dinamica delle imprese artigiane nel Paese. Il calo di Reggio Emilia è nettamente inferiore al dato nazionale (attestato sull’-1,4%), ponendo la nostra provincia al quinto posto assoluto come performance in Italia. Altra peculiarità della nostra provincia è data dall’incidenza delle srl artigiane, le società di capitali interessate dalla riduzione fiscale dell’Ires, che a Reggio Emilia rappresentano il 5,1% delle imprese artigiane (in linea con la media nazionale del 5%), a quota 1.001, con un aumento di 56 unità rispetto allo stesso periodo del 2014 (+5,9%).
“Quello di Reggio Emilia si conferma un territorio a forte vocazione artigiana – sottolinea il Presidente generale Lapam Confartigianato, Erio Luigi Munari – anche se una flessione c’è stata e questo dato è comunque il segnale di una sofferenza delle imprese artigiane, che sono poco tutelate e meritano sostegno da parte dei decisori politici a tutti i livelli. E’ significativo però l’aumento delle società di capitali, a dimostrazione del fatto che le imprese artigiane si stanno via via irrobustendo, per rispondere in modo più adeguato alle sfide globali e a mercati sempre più internazionalizzati. Ora attendiamo risposte concrete, anche dalla Legge di Stabilità che presenta luci e ombre. E’ ad esempio determinante, soprattutto per le Pmi e le imprese artigiane tra queste, estendere a più anni la possibilità del maxi ammortamento (portato al 140%) che al momento sembrerebbe valido solo per il 2016. Le Pmi per investire hanno bisogno di tempo e di accantonare risorse, dare un solo anno per questa misura significa tagliare fuori una parte molto significativa e dinamica del tessuto produttivo”.