ali-cer-agr-legnoSono positivi i dati elaborati dal Centro Studi e Statistica della Camera di Commercio di Modena sulla natimortalità delle imprese nella provincia. Anche nel terzo trimestre del 2015 le imprese registrate sono in aumento, passando da 74.756 al 30 giugno a 74.845 al 30 settembre. Il tasso di crescita[1] diviene così pari a +0,19%, uguale al risultato dell’Emilia Romagna, ma inferiore al dato nazionale (+0,33%).

La movimentazione anagrafica delle imprese nel terzo trimestre è in genere inferiore a causa delle ferie estive, ma il saldo tra le 846 imprese iscritte e le 705 imprese cessate, pari a +141, si attesta come il più alto nei trimestri estivi degli ultimi tre anni.

L’analisi da gennaio a settembre si conferma positiva, con un aumento dello 0,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, superiore al dato regionale (-0,5%), ma leggermente inferiore alla media nazionale (+0,2%).

Ormai da alcuni trimestri, l’incremento delle imprese non è dato tanto dalla crescita delle nuove iscritte (+2,5% nel periodo gennaio-settembre 2015 rispetto agli stessi mesi del 2014), ma soprattutto dal sensibile calo delle imprese cessate (-28,0%).

Il saldo iscrizioni-cessazioni dei primi nove mesi dell’anno si porta così a +1.109 posizioni contro un saldo di +102 nel medesimo periodo dell’anno scorso.

Ritorna invece negativo il saldo delle imprese artigiane, che perdono 79 aziende nel terzo trimestre, arrivando ad un totale di 21.591 imprese, con un tasso di sviluppo pari al -0,36%, peggiore sia del dato regionale (-0,19%), che di quello nazionale (-0,13%).

Risultano sostanzialmente stabili le imprese attive, cioè quelle che hanno dichiarato l’effettivo inizio dell’attività, passando da 66.715 al 30 giugno a 66.707 al 30 settembre. Rimane tuttavia negativo il confronto con la consistenza al 30 settembre dell’anno scorso (-0,3%).

Continua già da parecchi anni il trend positivo delle società di capitale, il cui confronto annuale mostra un +2,3%. Buona anche la performance delle ‘altre forme giuridiche’ (+2,2%), mentre in calo risultano le ditte individuali (-0,6%) e ancor di più le società di persone (-2,7%).

L’analisi delle imprese attive per macrosettori mostra il calo dell’agricoltura (-2,0%), dell’industria manifatturiera (-1,2%) e delle costruzioni (-1,4%), mentre è ancora positivo il terziario (+0,7%).

In particolare le industrie manifatturiere che perdono il maggior numero di imprese sono la produzione di mobili (-5,5%), la produzione di ceramica e laterizi (-3,1%) e l’industria del legno (-2,7%). Tuttavia, vi sono anche settori in aumento, come la ‘riparazione e manutenzione’ (+5,8%), la produzione di mezzi di trasporto (+2,6%) e l’industria alimentare (+1,5%).

Nel terziario quasi tutti i settori hanno segno positivo, ma gli incrementi maggiori si registrano per le imprese di ‘noleggio e servizi di supporto alle imprese’ (+4,7%), per la ‘sanità e assistenza sociale’ (+3,3%) e per le ‘attività di intrattenimento e divertimento’ (+3,1%). Il commercio rimane stabile, mentre sono in diminuzione i ‘trasporti e magazzinaggio’ (-1,8%) le ‘attività immobiliari’ (-0,1%).

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[1] Tasso di crescita: rapporto tra il saldo fra iscrizioni e cessazioni rilevato a fine periodo e lo stock delle imprese registrate all’inizio del periodo