Giacomo-CanobbioMartedì 13 ottobre iniziano alla Fondazione Collegio San Carlo di Modena (via San Carlo, 5) le lezioni del ciclo dedicato al tema Redenzione, ideato dal Centro Studi Religiosi. Giacomo Canobbio apre con la conferenza dal titolo Le cose ultime. Giudizio divino e redenzione dell’uomo nella teologia cristiana alla presenza di un ospite d’eccezione, monsignor Erio Castellucci, vescovo di Modena.

Canobbio è professore di Teologia sistematica presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale di Milano, direttore scientifico dell’Accademia Cattolica di Brescia e delegato vescovile per la pastorale della cultura. Nei suoi studi ha approfondito la storia delle concezioni dell’anima e della salvezza, concentrandosi sulla riflessione teologica conciliare e postconciliare. Si è interrogato inoltre sul rapporto tra la Chiesa cattolica e le altre confessioni religiose e sulle relazioni tra fede e scienza nel mondo contemporaneo. Tra le sue pubblicazioni recenti: Nessuna salvezza fuori dalla Chiesa? Storia e senso di un controverso principio teologico (Brescia 2009); Il destino dell’anima. Elementi per una teologia (Brescia 2009); Dio, l’anima, la morte (Brescia 2012); Destinati alla beatitudine. Trattato sui novissimi (Milano 2012); Il Concilio Vaticano II tra speranza e realtà (Brescia 2013); Il dubbio e la fede (et al., Brescia 2014).

Un desiderio molto umano e molto diffuso emerge quando si ragiona di morte: che quel che si è, si è costruito di relazioni, si è compiuto di bene, non venga cancellato definitivamente. Se così non fosse, non si capirebbe perché di fronte alla morte si avverta terrore, si affaccino energie impensate per vincere una battaglia che pure si intuisce sarà persa, il desiderio di vivere diventi più forte. Il desiderio di immortalità però non è sufficiente e non placa altri aneliti, altrimenti non si spiegherebbe la cura del corpo che manteniamo.

L’uomo, infatti, non si accontenta di non morire totalmente: vuole vivere totalmente; il corpo non è un fardello da deporre a un certo punto dell’esistenza: è la persona nel suo manifestarsi e nel suo costruirsi; senza di esso non si sarebbe umani. La Creazione da sola non è sufficiente a testimoniare la potenza di Dio, è necessaria anche la Resurrezione che testimonia la vittoria sulla morte.

Credere in Dio è confessare che colui che ha risuscitato Gesù Cristo dai morti darà la vita anche ai nostri corpi mortali per mezzo dello Spirito che abita in noi – spiega Canobbio – e qui tace la scienza per lasciare spazio solo al desiderio. È questo la traccia della destinazione degli umani alla beatitudine. Ma la decifrazione di esso è possibile solo grazie alla rivelazione, cioè al dono anche di un linguaggio che abilita a sperare.

La conferenza si tiene nel Teatro della Fondazione, con inizio previsto alle ore 17,30. La conferenza, come tutte le altre del ciclo, sarà inserita nell’archivio conferenze presente nel sito www.fondazionesancarlo.it, da cui potrà essere scaricata gratuitamente. A richiesta si rilasciano attestati di partecipazione. Il ciclo di lezioni gode dell’accredito ministeriale per la formazione del personale della scuola (DM 18 luglio 2005).