Nella notte, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Emilia sono stati impegnati in attività investigative correlate all’operazione denominata Locusta–Horo Cash, condotta dai colleghi del Comando Provinciale di Roma e coordinata da quella Procura della Repubblica. In territorio reggiano, rivelatosi un importante punto di intreccio per i collegamenti anche transnazionali della banda, i militari dell’Arma hanno dato esecuzione a perquisizioni locali e domiciliari nei confronti di complessivi otto obiettivi riconducibili a due georgiani componenti dell’organizzazione criminale, ritenuti responsabili, al pari degli altri indagati, di aver costituito un’associazione a delinquere dedita alla commissione di reati contro il patrimonio, in particolare furti in abitazione. Gli esiti delle perquisizioni eseguite a Reggio Emilia sono attualmente al vaglio degli operanti.
Dopo circa 4 anni di serrate e complesse indagini, dalle prime ore dell’alba, i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP presso il Tribunale di Roma, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 57 soggetti, ritenuti responsabili di aver costituito un’associazione a delinquere operante anche sul territorio italiano con articolazioni locali inserite e operativamente collegate con l’organizzazione criminale di matrice georgiana convenzionalmente denominata “Vory v Zakoni” o “Thieves in Law” (ladri nella legge) dedita alla commissione di reati contro il patrimonio, in particolare furti in abitazione. Il sodalizio è operante in Italia e in diversi paesi dell’Europa tra cui: Grecia, Spagna, Germania, Francia e Austria, oltre che nei paesi di origine e cioè Russia, Georgia e Moldavia.
L’organizzazione si caratterizza per essere strutturata gerarchicamente e con un codice di comportamento secondo il quale i soggetti al vertice hanno poteri di direzione delle attività criminali, di vigilanza sul rispetto del codice stesso, di risoluzione dei contrasti tra gli associati e nella quale vige la regola per cui i proventi illeciti confluiscono in un’apposita cassa comune denominata “obshak”. E’ stato calcolato che sul solo territorio capitolino confluiscono mensilmente nella cassa comune i proventi di furto per un valore equivalente ad alcune centinaia di migliaia di euro.
Le attività criminali sono condotte da manovalanza dedita alla commissione di un numero indeterminato di delitti contro il patrimonio, in particolari furti in appartamento, sotto il controllo di livelli intermedi di criminali che in qualità di responsabili di zona fungono da raccordo con il vertici dell’organizzazione.
Nel corso delle attività è emerso inoltre come i responsabili, al fine di evitare le indagini, siano soliti modificare il luogo di dimora dei “ladri”anche e soprattutto di quelli che hanno subito un arresto o un controllo di polizia, trasferendoli da una città all’altra o addirittura da uno Stato all’altro con notevole facilità e velocità grazie al sistematico ricorso a false generalità, all’uso di falsi documenti di identità e, dunque, dalla concreta possibilità di varcare i confini dello Stato per raggiungerne un altro.
L’odierna operazione è l’esito di due indagini incrociate: la prima, riconducibile al procedimento coadiuvato dalla D.D.A. di Roma con il Nucleo Investigativo di Frascati, ha permesso di apprendere la stabilità temporale del fenomeno sul territorio italiano, in particolare capitolino; la seconda, derivante dalle iniziative tecniche attivate dalla Compagnia di Roma – Parioli, ha registrato in tempo reale l’efficacia attuale del sodalizio, in termini di invasività e organizzazione di attività criminale predatoria, dalla pianificazione all’esecuzione.
Nel corso delle indagini – condotte dall’anno 2011 dal Nucleo Investigativo di Frascati – sono già stati tratti in arresto i primi promotori della cellula emergente sul territorio romano (operazione “CAUCASO”) ed è stato altresì attivato un canale di cooperazione EUROPOL riferito al nome convenzionale dell’indagine LOCUSTA.
Fondamentale l’ausilio di EUROPOL che ha coadiuvato gli organi investigativi nazionali coinvolgendo anche gli altri Paesi europei nell’attività di acquisizione delle informazioni e nella ricerca degli indagati.
L’operazione, che ha interessato oltre duecento Carabinieri e personale del “Mobile Office di EUROPOL”, è stata condotta oltre che sul territorio della Capitale anche nelle città di Reggio Emilia, Siena e Cagliari.