“Sono pienamente soddisfatta dell’impegno aggiuntivo della Giunta sul versante delle barriere architettoniche – ha dichiarato la vicepresidente Elisabetta Gualmini – . Una Regione che si dice moderna e dinamica non può non prestare un’attenzione altissima a chi ha enormi e quotidiane difficoltà a transitare nei luoghi pubblici o ad accedere agli spazi desiderati. In questo modo – prosegue la vicepresidente, che ha anche la delega alle Politiche abitative – accogliamo, con spirito pratico, tutte le domande presentate dai Comuni sul Fondo regionale, augurandoci che lo Stato riprenda quanto prima a finanziare le graduatorie nazionali. Noi abbiamo scelto tra gli obiettivi finanziabili dall’assestamento questa priorità. E’ il compito più proprio degli enti regionali – conclude Gualmini – , stare dalla parte dei cittadini, sempre e comunque”.
Il Fondo regionale per l’abbattimento delle barriere architettoniche è stato istituito dalla Regione Emilia-Romagna tramite legge (la 24 del 2001), proprio a fronte del mancato rifinanziamento del Fondo nazionale, previsto dalla legge 13/1989, e con l’obiettivo di dare risposta alle numerose domande per l’eliminazione e l’abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici privati. Le domande di contributo raccolte dai Comuni sono state 468, per un fabbisogno di poco superiore ai 2 milioni di euro che l’ulteriore stanziamento approvato in Giunta consente di coprire. Nell’ambito delle graduatorie si formano due categorie di invalidità, “totali” e “parziali”, e le domande vengono collocate in ordine crescente del valore ISEE del nucleo famigliare di appartenenza dell’invalido che richiede il contributo.