Il volume, realizzato dalla Fondazione di ricerca Istituto Carlo Cattaneo per l’Osservatorio delle Immigrazioni della Città Metropolitana di Bologna, contiene una ricca serie di dati sulla presenza, le caratteristiche e le tendenze in atto relativamente ai residenti ed ai soggiornanti stranieri nell’area metropolitana di Bologna.
Numerose le analisi proposte, anche con un’ottica comparativa rispetto alla realtà regionale e nazionale: la distribuzione sul territorio e i movimenti della popolazione straniera, l’analisi delle sue caratteristiche rispetto alla cittadinanza, al genere, all’età e generazione, ai matrimoni e composizione delle famiglie, alle acquisizioni della cittadinanza italiana, ai permessi di soggiorno. I punti salienti che emergono dallo studio sono i seguenti:
Gli stranieri residenti nell’area metropolitana di Bologna al 1° gennaio 2015 sono 116.034, pari all’11,5% della popolazione residente complessiva. Se fra il 2013 e il 2014 si era registrata una flessione, seppur minima, del numero e dell’incidenza dei cittadini stranieri residenti, con il 2015 si assiste a una nuova ripresa.
Al 1° gennaio 2015, i rumeni si riconfermano il gruppo nazionale più numeroso con quasi 23mila residenti, pari al 19,8% del totale delle presenze straniere. Al secondo posto si collocano i cittadini del Marocco (12,5%) e al terzo gli albanesi (7,1%), seguiti a loro volta da moldavi e pakistani.
Si conferma, in generale, una lieve prevalenza di donne sul totale della popolazione straniera. Se nel 1993 le donne costituivano poco più di un terzo degli stranieri residenti, a partire dal 2007 erano diventate più della metà, arrivando infine ad attestarsi nel 2015 al 54,4%.
I minori stranieri residenti nei comuni dell’area metropolitana di Bologna al 1° gennaio 2015 sono oltre 25mila, pari al 16,3% del totale dei minori residenti. Va ricordato che una parte di questi minori è costituita da bambini stranieri nati nell’area metropolitana di Bologna; nel 2014 sono stati 1.869, pari al 22,6% del totale dei nati nell’anno (dato in incremento nel corso di tutto il periodo analizzato 2002-2014, anche se va evidenziato un rallentamento rispetto alla prima decade degli anni Duemila).
Nel corso degli anni Duemila, la popolazione residente complessiva nell’area metropolitana di Bologna è aumentata di circa di 91mila persone, quella italiana di circa 7.700 (+0,9%) e quella straniera di oltre 83mila (+255,6%). Ci si rende pertanto facilmente conto che l’incremento della popolazione si deve quasi esclusivamente alla componente straniera. Del resto, il saldo naturale (ovvero la differenza tra le nascite e le morti) continua a rimanere di segno negativo per la componente italiana.
Nella lettura di questi dati, si deve tenere però anche conto del notevole incremento del numero delle acquisizioni di cittadinanza, aumentato del 67% fra il 2012 e il 2014. Si consideri che si trattava di appena 300 casi nel 2002, circa 1.000 nel 2005 e 2006 e oltre 3.100 nel 2014. Ciò significa che i neo-italiani residenti sono più che decuplicati in poco più di dieci anni (riducendo di conseguenza il numero dei residenti stranieri).
Al 1° gennaio 2014 (ultimo dato disponibile) gli stranieri extracomunitari in possesso di regolare permesso di soggiorno rilasciato dalla Prefettura di Bologna risultavano essere 87.600, in incremento del 4,7% rispetto alla stessa data dell’anno precedente.
La progressiva caratterizzazione di stabilità del fenomeno migratorio si riflette nell’incremento del ricorso al permesso di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo periodo, che per il territorio bolognese riguarda oltre 49mila cittadini extracomunitari (+8,8% rispetto all’anno precedente e +33,9% in tre anni).
“Se si cercasse di estrarre le tendenze comuni dalla ricca massa di dati e analisi presentati in questo rapporto periodico, una tra tutte emergerebbe come dominante – osserva il direttore scientifico, professor Asher Daniel Colombo, dell’Istituto Cattaneo. È difficile infatti sfuggire alla constatazione di un crescente, e per certi versi inarrestabile, processo di maturazione delle forme della presenza e soprattutto dell’insediamento della componente straniera della popolazione residente. La transizione di fronte alla quale ci troviamo – spesso oscurata da una narrazione politica e massmediatica che continua a privilegiare un’immagine puramente emergenziale dell’immigrazione e a suggerire che gli stranieri vengano solo da fuori – è incarnata da alcuni fenomeni mostrati dai dati. Questi indicano chiaramente che il movimento naturale della popolazione straniera è ormai di gran lunga superiore a quello migratorio (ovvero che le nascite hanno superato gli ingressi); che il numero di acquisizioni di cittadinanza – per naturalizzazione e non solo per matrimonio – è di gran lunga superiore a quello registrato da qualsiasi forma di ingresso in violazione delle norme; che l’allargamento della base della piramide demografica della componente straniera della popolazione non accenna ad arrestarsi e che, di conseguenza, gli stranieri sono oggi oltre il 16 % dei minori residenti nell’area metropolitana e sono oltre il 22% dei nati (una percentuale che in città sfiora ormai il 28%); che i permessi di soggiorno rilasciati per ricongiungimenti familiari sono stabilmente al di sopra di quelli rilasciati per motivi di lavoro; che i permessi di soggiorno illimitati sono ormai la stragrande maggioranza del complesso dei titoli di permanenza e che la loro crescita continua. In una parola che la presenza straniera è sempre meno costituita di maschi giovani soli, o di donne adulte sole, e sempre più di famiglie”.
“La presenza di cittadini stranieri sul territorio – è il commento del Vicesindaco metropolitano Daniele Manca – deve essere letta come una componente che è necessario conoscere a fondo per governare i cambiamenti di lungo periodo in atto. Investire in ricerca è essenziale innanzitutto perché significa offrire strumenti di orientamento imprescindibili per chi programma servizi e interventi del welfare locale. La sempre più marcata tendenza alla stabilizzazione della popolazione straniera sul territorio che questi dati evidenziano, così come il contestuale incremento dei flussi straordinari non programmati di migranti richiedenti protezione internazionale, suggeriscono l’opportunità di avviare un percorso di riflessione e confronto per ripensare le policy dell’immigrazione e sviluppare proposte di riforma del welfare metropolitano che, considerando altrimenti la specificità della questione immigrazione al suo interno, siano orientate alla semplificazione, alla omogeneizzazione, all’appropriatezza e all’efficienza.”
La collaborazione tra Fondazione di ricerca Istituto Carlo Cattaneo e Città metropolitana di Bologna continuerà anche nei mesi a venire.
Il “Profilo socio-demografico dei cittadini stranieri nell’area metropolitana di Bologna” rappresenta infatti la prima delle tre parti in cui si articolerà il rapporto complessivo “Cittadini stranieri nell’area metropolitana di Bologna: caratteristiche e tendenze 2015”, con cui si intende fornire un quadro complessivo della popolazione straniera presente nell’area metropolitana di Bologna.
Le altri parti saranno dedicate a: mercato del lavoro (uscita prevista a ottobre 2015), e scuola, formazione e università, casa, sanità, servizi socio-sanitari e giustizia (entro la fine del 2015).
Qui la versione integrale della prima parte del rapporto:
www.cittametropolitana.bo.it/sanitasociale/Engine/RAServePG.php/P/257211180406/T/Dossier-e-documenti.