Nella serata di Domenica, in Corridonia (MC), i Carabinieri della Compagnia di Sassuolo, a conclusione di una lunga ed articolata indagine, coordinata dal Dott. Stefani, hanno eseguito il fermo emesso della Procura della Repubblica di Modena, arrestando una donna di origine magrebina, individuata unitamente alla sorella, quale vertice di un sodalizio criminale dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti, avente base in Formigine, ma operante nella provincia di Modena.
L’arresto si aggiunge ai quattro fermi già eseguiti nel marzo di quest’anno nei confronti della sorella e degli altri tre complici. La donna, nella circostanza, era riuscita a sottrarsi all’arresto fuggendo in Marocco presso dei parenti. Da allora le ricerche erano comunque continuate, coinvolgendo tutti i Comandi dell’Arma nel caso che la donna fosse rientrata in Italia. Cosa che avveniva nella giornata di Domenica allorquando, in modo imprudente, la donna tentava di andare a trovare la sorella scarcerata e posta agli arresti domiciliari in un paesino in Provincia di Macerata. Al suo arrivo, l’amara sorpresa di trovare i militari della Compagnia di Sassuolo unitamente a quelli della Stazione di Corridonia (MC) che l’arrestavano.
Del tutto occasionale l’evento che dava inizio all’indagine nel febbraio del 2014, ossia l’incendio di natura dolosa dell’autovettura dell’arrestata posteggiata nei pressi della propria abitazione in Formigine. La donna, nell’occasione dava ai carabinieri intervenuti indicazioni quale probabile sospettato un suo ex-compagno che non aveva accettato, a suo dire, la fine della relazione sentimentale.
I rilievi operati la dinamica insospettivano però i militari della locale Stazione che interessavano Il Nucleo Operativo della Compagnia di Sassuolo.
Le indagini escludevano l’attribuibilità della colpa al soggetto dalla donna indicato quale possibile autore dell’incendio e permettevano, invece, gradualmente, di far luce su “strane” frequentazioni e dissapori con altri soggetti concorrenti nel settore dello spaccio della droga.
Da li seguivano un primo arresto in Formigine, di un cittadino di origine magrebina che fungeva da pusher, trovato in possesso di 100 grammi di cocaina e una serie di accertamenti che permettevano di indicare la donna, unitamente alla sorella, ai vertici di una organizzazione dedita allo smercio al dettaglio di cocaina.
Le due donne, avevano messo in piedi un vero e proprio “call centre”, occupandosi di ricevere gli ordini dei clienti, ai quali facevano pervenire lo stupefacente per il tramite dei pusher.
L’arresto di ieri, permette di chiudere il cerchio su una indagine che ha consentito di smantellare un’associazione criminale composta da cinque persone, riferimento di numerosi acquirenti della provincia di Modena e Reggio Emilia. La donna, tratta in arresto, si trova ora presso la Casa Circondariale di Camerino a disposizione dell’A.G. che ha emesso il provvedimento.
Nella giornata di ieri è pervenuta anche la convalida del fermo dall’A.G. di Macerata che, concordando con l’ipotesi investigativa, ha disposto che la donna rimanga in carcere.