Il Vescovo Geminiano che in nave, affronta la tempesta per andare a Costantinopoli a guarire la figlia dell’imperatore Gioviano, posseduta dal demonio. E poi, liberata la principessa, torna a Modena con i doni dell’Imperatore. E’ l’immagine di uno dei bassorilievi della Porta dei Principi del Duomo di Modena la cui riproduzione è stata donata dal sindaco Gian Carlo Muzzarelli al nuovo vescovo Erio Castellucci in occasione dell’incontro con le autorità che ha preceduto la liturgia d’ingresso in Duomo che si è svolto nella chiesa di San Carlo, invece che in piazza Roma, a causa del maltempo.
E alla metafora del viaggio (“una missione, una vittoria sul male”) ha fatto riferimento il sindaco nel suo intervento che, dopo aver sottolineato l’importanza del “dialogo per la ricerca del bene comune”, si è concluso con l’auspicio che “i doni di San Geminiano continuino a fruttare per il bene di Modena e dei modenesi vecchi e nuovi, di oggi e di domani”.
All’incontro con le autorità hanno partecipato, tra gli altri, il prefetto Michele di Bari, il comandante dell’Accademia Salvatore Camporeale, il questore Giuseppe Garramone e i rappresentanti di tutte le forze dell’ordine, il rettore Felice Andrisano, il presidente della Camera di commercio Maurizio Torreggiani, parlamentari e consiglieri regionali (Carlo Giovanardi, Cecilia Guerra, Davide Baruffi, Giuseppe Boschini, Luciana Serri, Luca Sabattini), il vicesindaco di Modena Gianpietro Cavazza e gli assessori comunali, la presidente del Consiglio comunale di Modena Francesca Maletti e diversi consiglieri comunali, numerosi sindaci del territorio della diocesi, tra i quali Federica Nannetti (Nonantola), Maria Costi (Formigine), Francesco Tosi (Fiorano), Paola Guerzoni (Campogalliano), Stefano Reggianini (Castelfranco), Maurizia Rebecchi (Ravarino), Giandomenico Tomei (Polinago), Emilia Muratori (Marano).
Nel suo intervento Muzzarelli ha ricordato che “Modena ha saputo crescere e potrà crescere in modo intelligente, sostenibile e inclusivo se manterrà aperte le porte e le finestre, se saprà essere ancora e ancor di più una società aperta all’altro, aperta alla mobilità sociale, all’innovazione e al mondo che cambia. La nostra forza risiede nel rapporto e nell’interazione continua e dinamica fra le istituzioni e la società civile, che nonostante i colpi subiti resta vitale e che vogliamo rilanciare con convinzione e determinazione, a partire dal rinnovamento degli istituti di partecipazione”.
Facendo riferimento ai danni del sisma, Muzzarelli ha ribadito l’impegno per gli interventi sulle cinque chiese cittadine di proprietà del Comune e, dopo un ricordo per monsignor Lanfranchi, ha ripreso l’immagine della corda e della piccozza citate da monsignor Castellucci per sottolineare che “la solidità della nostra comunità nasce da una diffusa e condivisa idea di giustizia, per la quale tutti devono fare la loro parte, ma nessuno deve essere abbandonato a se stesso, né sul piano materiale né sul piano morale. La condizione degli ultimi è, e resterà sempre per noi, il criterio per giudicare gli orientamenti politici, il metro di misura della coesione sociale e il primo indicatore del reale benessere di una comunità”.
E a proposito del pluralismo culturale e politico, Muzzarelli ha osservato, riprendendo la metafora del viaggio, che “se viene orientato alla polemica sterile, al discredito dell’altro, al disfattismo, siamo condannati al declino. Se invece prevale il dialogo per la ricerca del bene comune esso si trasforma in un valore aggiunto e la navigazione diventa sicura”.