“La preoccupazione delle organizzazioni sindacali è la nostra preoccupazione”, afferma l’assessora a Welfare, Sanità, Coesione sociale e Integrazione del Comune di Modena, Giuliana Urbelli in merito alla questione sollevata nei giorni scorsi da un sindacato relativamente al personale delle case protette.
“Nel corso dell’estate – continua Urbelli – si sono rinegoziati i contratti con i gestori a seguito dell’accreditamento definitivo e i tagli imposti agli enti locali si sono fatti sentire in modo significativo sul settore sociale. Il settore risente infatti di una dinamica caratterizzata da risorse stabili (nessun aumento del Fondo regionale per la non autosufficienza) o calanti (da bilancio comunale) e aumento complessivo e costante dei bisogni, sia sul fronte quantitativo, legato all’andamento demografico, che sul fronte della qualità richiesta ai servizi.
Certo – sottolinea l’assessora – possiamo contare su standard di servizi ancora al di sopra della media regionale, grazie alle risorse investite direttamente dal Comune, il cosiddetto effetto Modena, ma guardiamo con grande preoccupazione alle misure che si paventano sul fronte della finanza locale. Il problema delle liste di attesa non riguarda solo le prestazioni sanitarie; comincia a investire anche le strutture protette per anziani, che, lo ricordiamo, rappresentano anche la risposta più appropriata per quei pazienti cronici e multipatologici che a volte affrontano impropriamente lunghe e assai più costose degenze nelle strutture ospedaliere.
Strategicamente, crediamo che – prosegue Giuliana Urbelli – occorra rafforzare innanzitutto la risposta domiciliare ai bisogni degli utenti, portando elementi di innovazione nell’intervento pubblico per quanto riguarda l’ambito delle assistenti familiari (dove si concentra la maggiore quota di spesa privata e dove spesso il cittadino si ritrova ‘solo’) e dell’assistenza domiciliare, ma non si può prescindere dalla ‘struttura’.