Si avvicina per la Chiesa di Modena-Nonantola l’importante appuntamento con l’ordinazione episcopale e l’ingresso in diocesi del nuovo arcivescovo-abate, Mons. Erio Castellucci. Mons. Castellucci sarà ordinato vescovo sabato 12 settembre alle ore 16.30 presso il Palafiera di via Punta Ferro a Forlì. Viste le previsioni della eccezionale partecipazione, sia da Forlì che da Modena, è stata scelta una struttura che può ospitare 6.000 persone a sedere con la possibilità di allestire altri 800 posti in un padiglione della Fiera con maxischermi.
Questo il programma dettagliato dell’ingresso a Modena
Domenica 13 settembre, alle ore 9 il vescovo sarà al Cimitero Cittadino sulla tomba di mons. Lanfranchi; alle 9.30 l’incontro con il mondo della Caritas a Porta Aperta; alle 10.30 al Policlinico, per un saluto ai malati e alle 11.30 al Monastero della Visitazione, l’incontro con le suore, nell’anno della Vita Consacrata. Nel pomeriggio, alle 14.30 alla Città dei Ragazzi l’incontro con i giovani, alle 15.45 in Piazza Roma il saluto delle autorità, dopo il quale si recherà a piedi in Cattedrale, dove, alle 17 si svolgerà la liturgia di ingresso.
La cattedrale e la tensostruttura saranno accessibili alle sole persone munite di pass dalle ore 15 di domenica 13 settembre. In Piazza Grande sarà inoltre allestito un maxischermo per quanti non troveranno posto in Cattedrale e nella tensostruttura. La celebrazione sarà trasmessa in diretta Tv e streaming.
Saranno presenti all’ingresso di mons. Erio Castellucci il Nunzio Apostolico mons. Adriano Bernardini, il vescovo di Forì-Bertinoro mons. Lino Pizzi, il vescovo di Carpi mons. Francesco Cavina, da Parma mons. Enrico Solmi, mons. Massimo Camisasca da Reggio Emilia, il vescovo di Rimini mons. Francesco Lambiasi, il vescovo di Brescia mons. Luciano Monari, il vescovo emerito di Ravenna- Cervia mons. Giuseppe Verucchi e il vescovo emerito di Ferrara mons. Paolo Rabitti, il vescovo emerito di Smirne mons. Germano Bernardini.
I rappresentanti delle Chiese cristiane: padre Constantin Totolici, Chiesa Ortodossa rumena, padre Michel Charbonnier, Chiesa Valdese-Metodista e aba Wolde Senbet, della Chiesa Copta.
La giornata si concluderà con un rinfresco nel cortile del Seminario. In quella domenica sono sospese le messe vespertine in tutte le parrocchie della Diocesi.
Lunedì 14 settembre l’ingresso a Nonantola: alle ore 19 il saluto delle autorità cittadine e alle ore 20 la celebrazione eucaristica.
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Don Erio Castellucci è il 101 vescovo di Modena e il 99° successore di S. Geminiano, il patrono della Diocesi. I confini di questa porzione della Chiesa cattolica coincidono con quelli amministrativi della provincia dove si trovano però anche la diocesi di Carpi e parti di quelle di Bologna (territorio di Castelfranco Emilia) e di Reggio (Sassuolo e Prignano). La superficie: complessiva e di 2089 kmq (Una striscia di territorio lunga e stretta, da Fiumalbo, sull’Alto Appennino modenese, a Finale Emilia, nella Bassa che confina con il Ferrarese). Gli abitanti della diocesi superano i 515 mila: di questi quasi 480 mila sono battezzati, il 93 per cento della popolazione. Le comunità parrocchiali sono 243,articolate in 51 unità pastorali a loro volta ricomprese nei 13 Vicariati in cui è divisa la diocesi (4 in città, 5 in Appennino, 2 in pianura e 2 nella zona pedemontana). I sacerdoti diocesani sono 154, mentre quelli extradiocesani impegnati in diocesi sono una ventina. Ad essi si aggiungono i 24 religiosi che prestano servizio diretto in parrocchia. I missionari modenesi sono 88: 37 ancora impegnati nelle zone più bisognose del mondo e 51 rientrati in Italia, presso le congregazioni religiose alle quali appartengono. I sacerdoti diocesani missionari sono due, attualmente presenti in Brasile, nello stato del Goias. I diaconi permanenti della chiesa modenese sono 74, mentre gli ordini e gli istituti religiosi femminili sono 32: suddivisi in una cinquantina di case (due case generalizie sono a Modena) riuniscono complessivamente 268 religiose. Gli ordini religiosi maschili sono invece 11, suddivisi in una quindicina di sedi per un totale di 53 religiosi. Ai vari istituti religiosi si aggiungono 8 istituti secolari femminili e l’Ordo Virginum per un totale di 53 membri. I centri e gli uffici pastorali diocesani che aiutano e sostengono la presenza e la missione della chiesa modenese-nonantolana sono complessivamente 33. Tra le opere e gli enti vari attivi nell’arcidiocesi, si segnalano il Centro di Accoglienza Porta Aperta-Madonna del Murazzo, il centro Famiglia di Nazareth che ospita il centro di Consulenza per la famiglia, l’ente diocesano per l’educazione ela salvezza della Gioventù “Città dei ragazzi”, la Fondazione di religione “Auxilium”, quella di “Gesù divino lavoratore (ex Onarmo) e la struttura S.Giovanni Battista nella zona dell’ospedale di Baggiovara. Le case ei centri di spiritualità sparsi sul territorio diocesano sono 13, mentre gli enti per la promozione umana sono 27. Le associazioni e i movimenti ecclesiali o di ispirazione cristiana sono un’ottantina, mentre oltre 50 le scuole (tra nidi, scuole d’infanzia, primarie e secondarie) gestite da enti religiosi o d’ispirazione cristiana. Dal maggio del 2012 la chiesa di Modena-Nonantola sta curando le ferite materiali e spirituali a seguito del sisma che ha duramente colpito la vita delle comunità parrocchiali della pianura e della Bassa modenese e che ha coinvolto oltre una trentina di parrocchie impegnate ora nel faticoso cammino della ricostruzione.
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Lo stemma di mons. Erio Castellucci
Lo scudo, dalla forma “sagomata”, è cosi araldicamente descritto:
Interzato in pergola. Nel primo: troncato fiammeggiato; in a): d’argento alla stella (8) d’azzurro, in b): di rosso pieno; nel secondo: d’azzurro, alla Croce di S. Geminiano d’argento; nel terzo: d’oro al pastorale sovrapposto alla lettera M diaprata e accollato dalla lettera S più piccola (monogramma di S. Mercuriale), il tutto di rosso.
Il motto: ADIUTORES GAUDII VESTRI, che è in lettere maiuscole lapidarie romane è caricato su di un cartiglio svolazzante al naturale e foderato di rosso.
In punta allo scudo, è collocato il Pallio, insegna della Giurisdizione Metropolitana e segno di comunione con il Romano Pontefice. E’ rappresentato da un nastro di lana (bianca) circolare, con due pendenti: nella parte anteriore e posteriore, terminanti con due lingue di nero e caricato o “ornato” di crocette patenti sempre di nero.
Lo scudo, accollato ad una croce doppia d’oro gemmata d’azzurro, è timbrato da un cappello prelatizio (galero) di colore verde, dal quale pendono 20 (venti) fiocchi, (10 [dieci] per lato), dello stesso colore, disposti 1, 2, 3, 4.
Gli ornamenti esteriori su descritti, in araldica indicano la dignità arcivescovile.