Nel pomeriggio di ieri, alcuni Dirigenti della Confederazione Italiana Agricoltori di Reggio Emilia hanno incontrato S.E. il Prefetto dr. Raffaele Ruberto, per consegnare l’ordine del giorno approvato dalla Direzione nazionale del 23 giugno scorso, nel quale si sollecita un intervento immediato da parte delle Istituzioni per far fronte all’emergenza dei danni provocati dalla fauna selvatica all’agricoltura. Il Prefetto ha assicurato l’invio alle autorità superiori competenti sulla materia faunistica, delle osservazioni e proposte sottopostegli da una delegazione guidata dal presidente provinciale Antenore Cervi, con il direttore Annamaria Mora e Pietro Codeluppi, Roberta Rivi, Francesco Zambonini.
Una situazione insostenibile su tutto il territorio nazionale, si legge nella parte introduttiva del documento, quella provocata nelle campagne per effetto dei danni relativi alla presenza di specie alloctone e invasive, ungulati e selvatici predatori. Le imprese agricole ormai da anni sostengono spese e subiscono danni non risarciti. L’esasperazione degli agricoltori, alle prese anche con il pericolo per la loro incolumità fisica, ha raggiunto livelli molto elevati. Per quanto riguarda Reggio – ha segnalato la delegazione Cia – a parte il tema delle nutrie, per le quali si sta cercando la strada per arrivare ad un efficace controllo ed i cui danni alle produzioni da metà 2014 non sono e non saranno più risarciti, i dati disponibili parlano di danni accertati dalla Provincia nel 2014 per oltre 178mila euro con 188 domande (intesta danni da storno per 85.775 euro, a seguire danni da nutria – solo per metà annata, come detto – per oltre 41mila). Quanto agli Atc reggiani, per i dati noti che risalgono al 2013, sono stati accertati danni per oltre 48mila euro.
Sulla base di tali premesse, la Confederazione Italiana Agricoltori ha deciso di avviare una serie di iniziative per intraprendere un percorso efficace di risoluzione della problematica.
Innanzitutto, un impegno da parte del Parlamento e del Governo per adottare, ciascuno nell’ambito delle competenze di merito, “provvedimenti legislativi e attuativi che consentano la limitazione/gestione delle specie, in relazione alla capacità del territorio di sostenere la loro adeguata presenza nella logica della coesistenza sostenibile”.
Accanto a ciò, alle Regioni e agli Enti locali, la Cia chiede “interventi adeguati di abbattimento selettivo rivolti all’effettivo controllo della massiccia presenza delle specie alloctone e invasive, degli ungulati e dei selvatici predatori che stravolgono l’equilibrio naturale e produttivo”.
Infine, ma non meno importante, la richiesta di un ristorno di fondi che sia realmente commisurato alle perdite causate alle imprese agricole per effetto dei danni da fauna selvatica. Inoltre, la Direzione Nazionale della Cia si rivolge alle Associazioni venatorie ambientaliste e animaliste. L’invito è a considerare “con maggiore attenzione e disponibilità le ragioni degli agricoltori” la cui sostenibilità economica è funzione della produzione agricola e delle attività di allevamento. Se il loro reddito sarà tutelato dai danni provocati dalla fauna selvatica, gli agricoltori, attraverso lavoro e impegno quotidiano, potranno continuare a svolgere quel ruolo fondamentale che li contraddistingue dalle altre attività economiche, in termini di mantenimento della biodiversità agraria e della tutela ambientale-paesaggistica.
Si richiedono urgenti ed efficaci risposte ai Ministeri e Istituzioni competenti (Ministero dell’ ambiente, ISPRA, Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali), recita la parte conclusiva dell’ordine del giorno, in assenza delle quali la Confederazione Italiana Agricoltori è pronta a mobilitarsi su tutto il territorio nazionale.