Probabilmente il Governo aveva sottovalutato le singole realtà dei precari e non aveva di certo preventivato il rischio che molti docenti non inoltrassero la domanda online. In pochi giorni, i docenti coinvolti nelle fasi B e C del piano straordinario assunzionale dovranno decidere se inoltrare la domanda online indicando secondo il proprio ordine di preferenza, cento province, vanificando, con un click, sogni, aspettative, mutui accesi, problematiche familiari (figli piccoli ed in età scolare, genitori in età avanzata, coniuge che non può abbondonare il proprio posto di lavoro).
Ha un bel da mostrarsi stupita la Ministra Giannini, affermando: “La mobilità dei prof non si può eliminare. Chi rinuncia, sbaglia. Un simile piano di assunzioni non vi capiterà più”.
Un conto è spostarsi in provincia, ma ben altre conseguenze comporta spostarsi in regione o sul territorio nazionale (a proposito nel piano è compreso anche l’affitto nella provincia di destinazione?). I precari, i docenti si sono da sempre spostati, ma consapevolmente e volontariamente.
Molti colleghi disorientati, con tanti anni di precariato alle spalle, si rivolgono ai Sindacati chiedendo conferme ai dubbi, alle scelte di vita, consigli e sostegno.
Ma come si fa ora, a dare garanzie tra continue faq, “lapsus” dell’amministrazione, laddove parla di “graduatorie soppresse”, variabili impreviste – tra cui la scelta, diffusa, di non presentare la domanda – vuoti legislativi e regole che cambiano continuamente?
Per ora – mentre prosegue il nostro impegno a evidenziare incongruenze e contraddizioni – si può solo suggerire di “temporeggiare”, consapevoli che non si può affidare alla sorte – essere posizionati bene in graduatoria e partecipare alle fasi preliminari a quella nazionale o avere maggiori possibilità nella propria provincia di residenza. La “Buona Scuola” necessita attenzione, coerenza, sensibilità in ogni fase.
Mariarita Bortolani (Cisl Scuola Emilia centrale)