Ottava tra gli atenei di medie dimensioni (da 10.000 a 20.000 iscritti), dietro realtà come Siena, Trento, Sassari, Trieste, Marche, Udine e Brescia, ed una media complessiva finale di 88,8 punti (94,6 nel 2014), Unimore vede rivalutata dalla Grande Guida Università 2015/2016, stilata dal Censis per conto del quotidiano Repubblica, la propria posizione di classifica per quanto riguarda la qualità della sua didattica.
Infatti, il suo punteggio complessivo, risultante dall’incrocio dei 5 macro indicatori utilizzati dall’Istituto di Statistica, le assegna il 17esimo posto nella classifica generale, che riunisce tutti i cinque raggruppamenti (Mega, Grandi, Medi, Piccoli, Politecnici), in cui sono stati suddivise le 58 università pubbliche italiane considerate in questa analisi.
La valutazione Censis/Repubblica è redatta sulla base di 5 macro indicatori che riguardano: servizi, che tiene conto del numero posti erogati in relazione al totale iscritti e del numero di posti e contributi alloggio calcolato sulla base degli iscritti residenti fuori regione; borse, che valuta la spesa degli atenei e degli enti per il diritto allo studio per interventi a favore degli studenti determinata in ragione del totale iscritti; strutture, giudizio determinato sulla base dei posti aula, dei posti nelle biblioteche e dei posti nei laboratori sempre in relazione al numero degli iscritti complessivi; web, ovvero il punteggio assegnato ai siti internet degli atenei sulla base della fruibilità e dei contenuti; e, infine, internazionalizzazione, misurata sulla base degli iscritti stranieri in rapporto al totale degli iscritti, degli studenti che hanno trascorso un periodo all’estero per studio o tirocinio rapportata al totale degli iscritti al netto degli immatricolati, degli studenti stranieri che hanno trascorso un periodo di studio presso l’ateneo sempre in base al totale degli iscritti, nonché della spesa degli atenei e degli enti per il diritto allo studio a favore della mobilità internazionale degli studenti calcolata in base al totale degli iscritti al netto degli immatricolati.
Sulla base dei parziali assegnati Unimore risulta ben posizionata per quanto riguarda le strutture (94 punti), che le valgono il 14° punteggio più alto, ed anche relativamente al web (94 punti), che la colloca al 17° posto assoluto. Buono anche il giudizio riguardante il grado di internazionalizzazione (87), che collocano l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia al 19° posto assoluto, e quello che si riferisce alla erogazione di borse di studio, comprensivo di collaborazioni 150 ore, premi di studio e contributi per trasporti e altri sussidi, che vale all’ateneo il 17° posto assoluto. Meno lusinghiero il punteggio raccolto per i servizi che la vedono solo al 24° posto in classifica.
Il quotidiano e l’istituto di statistica, poi, hanno stilato anche classifiche distinte per raggruppamenti disciplinari sulla qualità didattica e per aree di ricerca. Nel primo caso (didattica) si sono considerati gli abbandoni tra il primo ed il secondo anno di corso di laurea, l’acquisizione dei crediti da parte degli iscritti nell’anno accademico, il tasso di iscritti regolari, la regolarità negli studi, la mobilità degli studenti in uscita, la numerosità di università ospitanti studenti dell’ateneo ed il numero di iscritti stranieri. Nel secondo (ricerca) la valutazione è ricavata dalla combinazione risultante da unità di ricerca finanziate dal programma PRIN (Programma di Ricerca di Interesse Nazionale) nel triennio 2009-2012 in rapporto ai docenti di ruolo, ai progetti presentati al cofinanziamento nell’ambito del programma PRIN per il triennio 2009-2012 sempre in rapporto al numero di docenti di ruolo, al tasso di successo della partecipazione al programma PRIN nel triennio 2009-2012 (unità finanziate/unità presentate), ai progetti di ricerca finanziati dal settimo programma quadro di ricerca e sviluppo in rapporto al numero di docenti di ruolo, alla produttività scientifica dei docenti di ruolo/docenti di ruolo ed alle citazioni.
Decisamente incoraggiante la valutazione che emerge per Unimore dai parametri che concorrono a definire il giudizio sulla sua didattica: vertice assoluto generale per quanto riguardale lauree dell’Ingegneria (102,5 punti), così pure per i corsi di laurea in Agraria (104,5 punti), e medaglia d’argento nei gruppi delle lauree triennali relativi alle Professioni Sanitarie (100,0 punti), agrario-veterinarie, per la Lauree economiche (107,0 punti), nonché medaglia di bronzo nel gruppo delle Lauree linguistiche (102,5 punti). E appena giù dal podio al 4° posto ci sono anche le lauree del Gruppo Geo-Biologico e le triennali del Gruppo Giuridico. E ancora secondo gradino per la laurea magistrale a ciclo unico in Giurisprudenza e 5° posto le altre lauree a ciclo unico in Medicina e Chirurgia, in Farmacia e Chimica e Tecnologia Farmaceutiche.
Valutazioni meno lusinghiere si ricavano per quanto riguarda le 14 aree disciplinari di ricerca classificate dal CUN, dove Unimore entra nel novero degli Atenei “top ten” solo nell’area Scienze della Terra (4° assoluto) e delle Scienze Mediche (9°), mentre resta di poco fuori per le Scienze biologiche (11°).
“Questa classifica, redatta sulla base di un più articolato e ampio spettro di parametri rispetto ai soli 9 considerati per la didattica dal quotidiano milanese Sole 24 Ore, – afferma il Rettore prof. Angelo O. Andrisano – ci consegnano una fotografia molto diversa sul reale valore del nostro Ateneo, che soprattutto per quanto riguarda la qualità di molti nostri corsi di laurea, dove abbiamo raggiunto posizioni di assoluto vertice nazionale. Penso per esempio alle lauree ingegneristiche, dove competiamo alla pari, anzi prevaliamo in questo caso, col Politecnico di Torino, a quelle ad indirizzo agrario le quali, pur essendo di istituzione abbastanza recente, si collocano davanti alla tradizione in questo campo di Bologna. Perdiamo qualche posizione rispetto all’anno scorso, ma sono convinto che gli sforzi che abbiamo intrapreso per adeguare la nostra offerta formativa, per rafforzare gli organici di docenti e ricercatori e per qualificare la nostra dimensione internazionale daranno già nel breve periodo significativi risultati. Ci penalizza anche in questa classifica la posizione raccolta dai nostri gruppi di ricerca. Ma al riguardo va precisato che il criterio adottato da Censis/Repubblica, e così anche da Sole 24 Ore, che utilizzano dati e parametri fermi a 4-5 anni fa, non tiene conto dei tanti progetti di ricerca avviati nell’ultimo triennio e neanche di quelli portati avanti in quegli stessi anni a livello territoriale, nazionale ed internazionale in collaborazione con imprese e privati. Questo deve sollecitarci anche rispetto al MIUR ad avere una più attenta considerazione riguardo alla cosiddetta <terza missione> degli Atenei, ovvero al livello di disseminazione e trasferimento della ricerca universitaria a favore di progetti intrapresi in collaborazione col territorio, che hanno una dignità ed un valore non minori rispetto ai progetti competitivi nazionali ed europei. Fatta questa doverosa considerazione sulla incompletezza dei criteri impiegati per la valutazione della ricerca, che si potrebbe estendere anche ad alcuni parametri relativi alla didattica, impropriamente trascurati dagli estensori di questi rapporti come la regolarità negli studi, l’indice di ritardo alla laurea, ecc. sono altresì convinto che Unimore deve fare uno sforzo per riorientare la propria ricerca e potenziarla, specie quella di base. Nel complesso però devo dichiararmi soddisfatto per come usciamo da queste valutazioni, che ci devono spronare a fare di più e meglio in tutti i campi”.