Sarà presentato in autunno lo studio sulle prospettive possibili per l’attuale linea ferroviaria Modena – Sassuolo realizzato dalla Camera di commercio su richiesta degli enti locali avanzata negli ultimi mesi del precedente mandato amministrativo. Lo ha annunciato l’assessore alla Mobilità del Comune di Modena Gabriele Giacobazzi rispondendo in Consiglio comunale ad una interrogazione, precisando che “per evitare un dibattito esclusivamente ideologico, e quindi inutile, è stato necessario attendere che tutte le amministrazioni locali elette nel 2014 approfondissero i contenuti delle proprie scelte urbanistiche, così come la Regione, proprietaria attraverso Fer della linea ferroviaria, definisse il documento di indirizzi sulla mobilità che dovrebbe essere approvato entro l’estate. Inserito nel giusto contesto, il dibattito sulle proposte avanzate dallo studio potrà essere utile e produttivo”.
L’interrogazione di Simona Arletti (Pd) chiedeva appunto di aprire un confronto sul progetto “per approfondire gli scenari di medio e lungo periodo che consentano di salvaguardare il vantaggio del collegamento trasportistico in sede propria” e sottolineava come l’obiettiva debba essere quello di “individuare il progetto più sostenibile e più adatto a migliorare lo stato qualitativo delle stazioni e del materiale rotabile, incrementare le fermate nel territorio modenese per rendere il mezzo un trasporto veloce anche per gli spostamenti in città, cercando di superare, per quanto possibile, le problematiche legate alle intersezioni tra ferrovia e viabilità ordinaria”.
Lo studio sui 19 chilometri della linea, ha spiegato Giacobazzi, è costato 40 mila euro “ed è partito da un dato: oggi il servizio non è considerato soddisfacente sia dagli utenti sia per l’impatto che crea nel territorio, mentre il dibattito pubblico oscilla tra i due estremi: pensionare “Gigetto” o ampliarlo ulteriormente aumentando il numero di fermate”. Lo studio sviluppa le prospettive, anche economiche, relative a quattro ipotesi: la conferma della situazione attuale oppure la sua trasformazione verso un sistema tipo tram, una modalità di tram su gomma oppure un cosiddetto trolley bus. “In ogni caso – ha aggiunto Giacobazzi – si tratta di scelte che per dimensioni dell’intervento, impatto economico e complessità non potranno essere realizzate in tempi brevi”.
Simona Arletti nella replica ha sottolineato l’importanza che non venga abbandonata quella linea e ha espresso l’auspicio che venga individuata una soluzione “all’altezza dei bisogni dei tempi odierni”.