Il rapporto tra credito e imprese in Emilia-Romagna dà segni tangibili di miglioramento. Dopo aver raggiunto il punto di maggior criticità a metà del 2013, la situazione è andata progressivamente migliorando con una tendenza positiva che ha visto un’accelerazione nel corso del 2014.
Questa è la tendenza di fondo che emerge dall’ultima edizione dell’Osservatorio regionale sul credito realizzato da Unioncamere Emilia-Romagna, in collaborazione con l’Istituto Guglielmo Tagliacarne, e condotta su di un campione rappresentativo di 1.500 imprese in regione tra fine 2014 e inizio 2015.
A migliorare sono tutti i parametri di accesso (quantità di credito concesso, strumenti finanziari a disposizione e tempi di valutazione) e di costo (tassi applicati, garanzie richieste e costo complessivo) del credito monitorati dall’indagine. Tuttavia, mentre per i parametri di accesso gli imprenditori soddisfatti sono tornati al di sopra del 50%, la stessa cosa non può essere detta per quelli di costo.
Nonostante questo miglioramento del giudizio delle aziende sulle condizioni del credito, l’assetto finanziario delle imprese appare ancora molto sotto pressione: quasi il 70% indica quale destinazione principale delle proprie risorse le spese correnti (un anno fa era l’80%). Anche restringendo il campo alle sole risorse finanziare prese a prestito, la principale destinazione delle stesse è, comunque, la gestione corrente. Emerge tuttavia che il 44,7% delle aziende chiederà nuovi fidi per realizzare investimenti: questo segnale concorda con il generale miglioramento del panorama economico regionale (la percentuale è in crescita dal 37,2% del 2013).
E’ piuttosto alta l’incidenza delle imprese che hanno ricevuto una richiesta di rientro nel corso dell’anno. Il 16% delle imprese con un finanziamento in essere, con punte che riguardano le costruzioni (26,5%) e le altre industrie (20,7%).
Analizzando i risultati dell’indagine è possibile notare come, in generale, le tipologie di imprese che riferiscono i migliori rapporti con il credito siano le aziende esportatrici, quelle con soci stranieri e quelle attive nei settori della meccanica. All’opposto, paiono avere maggiori criticità le imprese con la maggioranza di soci al femminile, le imprese artigiane e quelle attive nelle costruzioni.
E’ possibile comparare i diversi settori di cui si compone l’economia regionale in termini di accesso al credito attraverso un quadro sinottico riassuntivo:
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Questo quadro sinottico è stato ottenuto seguendo il seguente procedimento: 1) sottraendo alla percentuale di imprese che valuta il parametro come adeguato la percentuale di imprese che valuta il parametro come inadeguato; 2) ordinando i parametri a per livello di criticità decrescente degli stessi; 3) inserendo le frecce colorate a secondo del fatto che, per ogni settore, il parametro fosse maggiore (freccia verde verso l’alto), minore (freccia rosso verso il basso) oppure sostanzialmente simile (freccia gialla orizzontale) alla media regionale (riportata nella colonna Totale). Nella colonna del totale, relativo alla media regionale, le freccia sono state inserite in base al fatto che i valori esprimessero una situazione positiva – imprese che valutano positivamente il parametro maggiori di quelle che valutano negativamente lo stesso (freccia verde verso l’alto), negativa – imprese che valutano positivamente il parametro minori di quelle che lo valutano negativamente (freccia rossa verso il basso) oppure sostanzialmente neutra (freccia gialla orizzontale).