In particolare, il progetto si articola su tre segmenti:
a) un’indagine ambientale per caratterizzare le emissioni al camino e le relative ricadute sulla qualità dell’aria locale e nel suolo in prossimità dei due cementifici situati nella provincia di Piacenza. Le sostanze sulle quali effettuare i necessari approfondimenti riguardano diossine, furani, idrocarburi policiclici aromatici, policlorobifenili e metalli. Lo studio prevede inoltre l’impiego di strumentazione altamente specialistica in grado di misurare la concentrazione numerica e la distribuzione dimensionale delle particelle submicroniche (nano particelle);
b) un approfondimento di tipo tossicologico con analisi di tossico-genomica per una prima valutazione degli eventuali effetti sanitari correlati all’esposizione;
c) un’analisi descrittiva dello stato di salute della popolazione esposta, i cui risultati saranno confrontati con lo stato di salute di quella regionale, al fine di individuare eventuali elementi di criticità.
Il progetto avrà una durata biennale e verrà realizzato cercando di seguire, per quanto possibile, lo schema sperimentale già adottato nei progetti Moniter e Supersito, con l’obiettivo di individuare eventuali differenze di ricaduta di inquinanti, esposizione ed effetti sulla salute nelle aree con la presenza di impianti a seguito del possibile utilizzo del Css. Per la provincia di Piacenza interesserà tutti i cementifici in attività.
Come ha dichiarato l’assessore all’Ambiente Paola Gazzolo, “l’obiettivo è assicurare la massima conoscenza sulle componenti ambientali e sanitarie dei cementifici che utilizzino o potrebbero utilizzare Css, come chiede il territorio e ribadito nelle risoluzioni approvate dall’Assemblea legislativa”.
“Si tratta – prosegue l’assessore – di un progetto regionale indipendente dalla valutazione di impatto ambientale in essere presso la provincia di Piacenza. Partirà da settembre d’intesa con la Conferenza Territoriale Socio Sanitaria di Piacenza”.