Tommaso Trenti, direttore del Dipartimento di Medicina di Laboratorio dell’Ausl e dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena, ha partecipato al convegno internazionale “China PoCT 2015” che si è tenuto a Shanghai nei giorni scorsi. Unico italiano invitato a tenere una lectio magistralis sul governo clinico e gestione del rischio nelle attività di diagnostica di laboratorio, il medico e ricercatore modenese è stato premiato per l’impegno nella divulgazione di questi temi e in particolare del progetto sul Point of Care Testing (PoCT), in pratica le analisi che possono essere eseguite in modo decentralizzato e urgente al letto del malato.
Il presidente del convegno di Shanghai ha consegnato un riconoscimento al dottor Trenti spiegando che il gesto è “un premio per l’attività scientifica svolta sul tema del governo clinico in laboratorio e un ringraziamento sia per la partecipazione al convegno sia per aver tenuto altre lezioni analoghe in molte città cinesi come Hohhot, capitale della Mongolia interna, Wenzhou, Huzhou e NingBo”.
LA GESTIONE DEL RISCHIO IN LABORATORIO
Il tema della “diagnostica di laboratorio in emergenza” è vista con grande attenzione dal mondo cinese che è caratterizzato dall’introduzione massiccia di nuove tecnologie e da numeri ovviamente molto elevati, non paragonabili per quantità a quelli europei. L’esperienza condotta da anni nell’area di Modena, sia dal punto di vista organizzativo che professionale, è stata giudicata di grande valore e per questo la Società Medica Cinese ha chiesto al dottor Trenti di parlare al convegno “China PoCT 2015” di Shanghai.
Tra i progetti di maggior rilievo realizzati nella nostra provincia c’è il Laboratorio Unificato “Blu” del Nuovo Ospedale S. Agostino-Estense di Modena che esegue ogni anno oltre 9 milioni di esami, provenienti da 8 diversi ospedali e 37 punti prelievo sparsi su tutto il territorio della provincia. “Blu” è uno dei progetti più noti a livello nazionale per l’automazione e l’integrazione dei processi diagnostici. Nel Laboratorio convergono tutti i campioni prelevati nelle strutture del territorio, dove sono immediatamente identificati e inseriti nella catena ‘di lavorazione’ che consente di effettuare in modo automatico le analisi richieste. La centralizzazione delle attività analitiche è stata possibile grazie al parallelo sviluppo della diagnostica vicine al paziente in emergenza e urgenza con la creazione di oltre 32 “Point od Care Testing”.