Sono 3.627 i ragazzi da zero a 16 seguiti, in molti e diversi modi, dai Servizi sociali del Comune di Modena (il dato è aggiornato al 31 dicembre 2014); mentre sono stati 3.663 nel 2012 e 3.688 l’anno precedente. In termini tecnici si parla di “minori a carico” e sono tutti quei bambini o ragazzi per i quali il settore ha elaborato un progetto, ma diversissimi sono gli interventi e le attività pensate per ciascuno.
Sono invece 534 i minori sottoposti a provvedimenti di affido e vigilanza emessi per la maggior parte dal Tribunale dei minorenni e, in misura molto minore (68) dal Tribunale delle separazioni. Per questi oltre 500 minori gli assistenti sociali intervengono sulle decisioni importanti, dalla scuola alla salute, generalmente affiancando i genitori, e solo in taluni casi, esplicitamente indicati l’Autorità giudiziaria, in loro sostituzione. Ritenendo prioritario il diritto del minore a crescere all’interno della famiglia d’origine, il Comune cerca di attivare tutti gli interventi necessari per sostenere la permanenza presso i genitori. Solo nei casi di particolare pericolo per l’integrità fisica o psichica, il Tribunale dispone forme di protezione che richiedono il collocamento fuori dalla famiglia d’origine. In questi casi, servizi sociali e sanitari, tenendo conto anche del parere del minore in rapporto all’età, fanno un’analisi e una valutazione della situazione per elaborare un progetto personalizzato condiviso con la famiglia affidataria o la struttura d’accoglienza; gli obiettivi fissati nel progetto vengono poi periodicamente verificati. L’inserimento in comunità è attivato solo quando non è possibile l’inserimento in una famiglia affidataria, solitamente per i bambini più grandi, e tenendo conto delle caratteristiche e dello stato di salute del minore, oltre che della gravità delle circostanze che ne hanno fatto disporre l’allontanamento dalla famiglia. Nel 2014 sono stati 49 i minori residenti inseriti in comunità a fronte dei 120 in affido famigliare.
Parallelamente, i servizi sociali mettono in campo interventi per sostenere la famiglia ad acquisire le competenze necessarie a svolgere il ruolo di genitori. In tal modo, e in sintonia con la filosofia di “A scuola con Pippi”, il Comune è impegnato a prevenire l’allontanamento dalla famiglia attraverso una programmazione integrata di servizi sociali, sociosanitari, educativi e scolastici. Diverse sono quindi le risposte attivate a seconda di bisogni e situazioni.
Lo scorso anno 149 minori sono stati accolti nei quattro centri diurni presenti in città. Queste comunità semiresidenziali propongono attività educative diversificate e hanno l’obiettivo di favorire l’integrazione scolastica e sociale, sviluppare le competenze, favorire il rapporto con il territorio e la famiglia. Parallelamente, piccoli nuclei di genitori, soprattutto mamme con bambini, hanno partecipato a incontri per migliorare le competenze di cura dei figli sperimentando e confrontandosi con le assistenti e altri genitori.
Il servizio di educativa territoriale prevede invece diversi interventi volti sia a sostenere e rafforzare le capacità genitoriali, affiancando i genitori nella cura e nell’educazione dei figli, sia rivolti direttamente al minore con cui l’educatore instaura un rapporto basato sull’ascolto e la fiducia. Nel 2014 sono stati 510 i minori inseriti nel servizio di educativa territoriale.
Nello stesso anno circa 200 ragazzi hanno frequentato i centri aggregativi gestiti insieme ad associazioni e cooperative sociali del territorio. Le attività sono finalizzate a promuovere l’autonomia e il protagonismo di adolescenti e preadolescenti in genere e si rivolgono, in particolare, ai ragazzi con un percorso scolastico discontinuo e famiglie con scarsa capacità di cura.
A questi servizi si sommano, inoltre, una serie di progetti specifici che vanno dall’inserimento sportivo e in attività ricreative o del tempo libero all’inserimento in laboratori di attività occupazionali o di avvicinamento al lavoro. Infine, ci sono minori che hanno beneficiato anche o esclusivamente di interventi di tipo economico. Basti pensare agli aiuti per i bisogni primari, il pagamento di utenze e affitto, erogati, tra gli altri, a oltre 500 nuclei familiari con figli minori e alle oltre 100 famiglie a cui è stato garantito sostegno nell’accesso ai servizi educativi con contributi per le rette scolastiche.
Un discorso a parte meritano, infine, i minori stranieri non accompagnati e quindi in stato di abbandono sul territorio italiano. Il Comune, per legge, è obbligato a collocarli in un luogo protetto, come una comunità o una famiglia affidataria, ed è chiamato ad assumerne, nella figura del sindaco, la funzione di tutore. Lo scorso anno sono stati 175 i minori stranieri per i quali il Comune ha assunto questa funzione.