Nonostante la crisi delle costruzioni e di molte cooperative di abitazione della regione, sono positivi i conti di Unicapi, la principale cooperativa modenese di abitazione a proprietà indivisa. Lo dimostra il bilancio 2014, approvato ieri dai soci insieme al preventivo 2015. Il consuntivo si chiude con un fatturato di 2,56 milioni di euro, in crescita del 5 per cento rispetto al 2013; l’aumento dei ricavi, interamente derivanti dai canoni di godimento, è dovuto alla riassegnazione di alloggi. Una cooperativa come Unicapi, infatti, non può superare certi limiti nella determinazione dei canoni di affitto. L’utile d’esercizio è quasi raddoppiato, passando dai 339 mila euro del 2013 ai 601 mila euro del 2014. La somma è stata destinata a riserva indivisibile, andando così a incrementare il patrimonio netto di Unicapi, che supera i 20 milioni di euro. «Abbiamo ormai assorbito i colpi del terremoto 2012, che aveva causato danni a tre edifici della nostra cooperativa a Camposanto e Rovereto – dichiara il presidente di Unicapi Antonio Finelli – Gli alloggi di Camposanto sono già stati restituiti ai soci; entro la fine dell’anno avranno un alloggio nuovo anche i nostri soci di Rovereto. Unicapi si conferma una cooperativa solida, presente con 931 alloggi in quindici Comuni della provincia, con oltre 3 mila soci tra assegnatari e non». Quanto al futuro della cooperazione a proprietà indivisa, Finelli spiega che aumenta la domanda di case a canoni sociali e non mancano i soggetti (dall’Acer alle cooperative) in grado di rispondere a questa domanda, ma non ci sono più le aree a basso costo e anche i finanziamenti pubblici sono calati molto rispetto al passato. «Per evitare il rischio di sopravvivere gestendo solo il vecchio patrimonio, la cooperazione di abitanti deve condividere competenze ed esperienze con la cooperazione sociale. Queste due forme di cooperazione – conclude il presidente di Unicapi – possono essere protagoniste di un nuovo modo di abitare e creare insediamenti abitativi che abbiano le caratteristiche di comunità solidali».