Venerdì, sabato e domenica prossimi, sulle Alpi valdostane sarà sperimentato un prototipo di un mini quadricottero autonomo per la ricerca di persone rimaste travolte da valanghe. Il test verrà condotto nel comprensorio sciistico di Pila (AO), in collaborazione con il soccorso alpino valdostano impegnato in loco con un’attività addestrativa per i propri uomini.
Bologna, 11 marzo 2015. Le prove a cui sarà sottoposto il mini quadricottero riguarderanno principalmente l’analisi delle performance di volo nel contesto montano, con avverse condizioni meteo, nonché la fattibilità dell’individuazione accurata di un segnale emesso da un trasmettitore (beacon) posto sotto la neve, che simula il disperso, mediante l’apparecchio di ricerca in valanga installato a bordo del drone SHERPA.
Il drone è stato messo a punto nell’ambito del progetto SHERPA finanziato dall’Europa e che riunisce dieci partner del continente. A coordinare le ricerche è l’Università di Bologna con il team guidato da Lorenzo Marconi del Dipartimento di Ingegneria dell’Energia Elettrica e dell’Informazione “Guglielmo Marconi”.
La ricerca propone una soluzione innovativa per velocizzare i tempi di soccorso in caso di valanghe. L’idea è quella di utilizzare un drone dotandolo di un ricevitore ARTVA per la ricerca dei dispersi, in modo da perlustrare una vasta aerea in tempi rapidi. Il drone è in grado di identificare un segnalatore nascosto a 300 metri di distanza sotto un metro di neve in meno di un minuto. La tempestività dei soccorsi in questi casi è fondamentale per riuscire a salvare chi si trova travolto dalla massa nevosa. Spesso la vittima si trova in località difficili da raggiungere e quindi per i soccorritori il rilevamento del segnale può essere assai difficoltoso.