Abbiamo appreso nei giorni passati che l’amministratore delegato di IREN, Dott. De Sanctis, ha ricevuto complessivamente 1.350.000,00 euro di cui 900.000,00 di buona uscita, 400.000,00 quale retribuzione per tutto il 2015 e 50.000 per i risultati raggiunti.
Un compenso esorbitante, a dir poco esagerato, soprattutto se misurato all’operato dell’AD che ci sembra di capire non essere stato dei migliori, tanto da aver spinto IREN a chiudere il rapporto prima del termine del contratto. Un atteggiamento, da parte della società, inaccettabile ed ingiustificabile, a maggior ragione nel difficile frangente economico in cui si trova il Paese.
È inammissibile che una società quotata, i cui azionisti sono in maggioranza espressione delle amministrazioni comunali, conceda una buonuscita simile.
La Federconsumatori Nazionale, quella dell’Emilia Romagna, del Piemonte e della Liguria (regioni in cui opera la società) si chiedono come sia possibile che in una società partecipata al 51% dai sindaci che questi ultimi non si siano preoccupati della sottoscrizione di un accordo simile in caso di recesso del contratto prima della scadenza di 3 anni per l’AD De Sanctis.
I sindaci, consapevoli delle enormi difficoltà delle famiglie ad affrontare l’attuale situazione economica, consapevoli del forte incremento della morosità in campo energetico, consapevoli dell’elevato numero di distacchi e richieste di rateizzazioni, come possono aver lasciato approvare stipendi che nemmeno il Presidente americano Barack Obama riceve nell’arco di tutto il suo mandato?
Iren, come sappiamo, è in buona compagnia. Le retribuzioni dei dirigenti delle società partecipate dalle amministrazioni pubbliche non sono sottoposti ad un tetto, le loro nomine molto spesso non seguono criteri di competenza e professionalità ma logiche meramente politiche e, nel caso delle aziende multiservizio, la funzione di esattori occulti per conto delle pubbliche amministrazioni li rende praticamente degli intoccabili.
Per rivendicare le dovute risposte a tali quesiti la Federconsumatori chiede che i Consigli Comunali coinvolti dalla vicenda Iren e i Consigli Regionali di Emilia Romagna, Liguria e Piemonte, ognuno per la parte di propria competenza, si pronuncino riguardo alla fissazione di un tetto alle retribuzioni dei dirigenti, così come già avviene nella PA, e riguardo al ridimensionamento dei Consigli di Amministrazione e alla revisione della loro composizione.