Prosecuzione del percorso già intrapreso per il raggiungimento degli obiettivi prefissati sul Piano delle azioni per la sicurezza stradale; regolamentazione della sosta in città secondo un criterio sanzionatorio ma non vessatorio; istituzione del senso unico “eccetto bici”; creazione di nuove zone “trenta” e pedonalizzazioni in particolare nelle zone circostanti le scuole. Sono i temi dei quattro ordini del giorno approvati dal Consiglio comunale di Modena nella seduta di lunedì 1 dicembre nell’ambito del dibattito sul Piano per la sicurezza stradale.
Gli ordini del giorno sulla sosta regolamentata e sul senso unico “eccetto bici” sono stati presentati dal M5s, da Luca Fantoni il primo e da Elisabetta Scardozzi il secondo, e approvati con il voto unanime dei presenti, dopo essere stati entrambi emendati su proposta del Pd. Per quanto riguarda la sosta si richiede al Comune che “entro tre mesi, predisponga un regolamento che consenta all’utilizzatore di regolare ex post la sosta eccedente il pagamento effettuato, definisca in modo non vessatorio gli extra costi della regolarizzazione, sanzioni correttamente i comportamenti non rispettosi delle regole” in attesa di quanto verrà stabilito dal nuovo Codice della strada. Per quanto riguarda la circolazione su due ruote, il documento invita il Comune a chiedere al Governo “di introdurre nel Codice della strada norme utili e chiare, superando ogni dubbio interpretativo, atte a favorire la circolazione urbana e quotidiana delle biciclette, compreso il senso unico ‘eccetto bici’ per consentire alle amministrazioni locali di prendere decisioni in tal senso”.
L’ordine del giorno sulle azioni per la sicurezza stradale è stato presentato dal Pd e illustrato da Vincenzo Walter Stella che, dopo aver espresso apprezzamento per quanto fatto, ha chiesto il miglioramento delle condizioni ambientali e strutturali per gli utenti della strada, soprattutto quelli deboli; il potenziamento degli interventi di controllo e sanzionatori ma anche di educazione stradale; l’approfondimento del monitoraggio degli incidenti; interventi strutturali e di manutenzione. Il documento è stato approvato con il voto favorevole di Pd, Sel, CambiaModena, Per me Modena e Ncd. Contrario il M5s.
L’ordine del giorno sull’estensione delle con limite di velocità a trenta chilometri orari è stato presentato da Adriana Querzè di Per mo Modena e, dopo essere stato emendato dal Pd, è stato approvato con il voto favorevole di Pd, Sel, M5s, Per me Modena e CambiaModena. Astenuto Ncd. Nel documento si chiede di aumentare le zone trenta collocandole nelle aree più densamente popolate e condividendo la decisione con i residenti; di sperimentare interventi di pedonalizzazione temporanea o di rallentamento del traffico sulle vie di accesso alle scuole prevedendo contestualmente maggiori controlli; di valutare l’eventuale utilizzo del restante 50 per cento dei proventi delle multe.
IL DIBATTITO
Sono intervenuti i consiglieri di Pd, M5s, CambiaModena e Per me Modena
Aprendo il dibattito sul Piano per la sicurezza stradale e sugli ordini del giorno relativi, presentati nella seduta del Consiglio comunale di lunedì 1 dicembre, Marco Rabboni, per M5s, ha affermato che il Piano “non entra nel merito, non specifica i tempi e i modi di attuazione e nemmeno le risorse”. Il consigliere ha poi chiesto quanto sia realmente partecipativo il tavolo permanente di consultazione per la mobilità urbana istituito dalla giunta: “ha solo una funzione di limatura su progetti già confezionati o può intervenire anche nelle fasi precedenti e incidere concretamente nelle decisioni?”. Nel suo intervento Luca Fantoni ha invitato l’amministrazione a valutare attentamente quanto scritto nella mozione sulla sosta regolamentata perché “è molto innovativa, prevede un sistema che va incontro ai cittadini e potremmo creare a Modena un precedente da inserire addirittura nel nuovo codice della strada”.
Simona Arletti per il Pd ha posto l’attenzione sui dati degli incidenti stradali “che vedono una diminuzione generale tranne in due categorie che destano allarme, quella dei bambini da zero a quattro anni e quella degli anziani. Dobbiamo essere in grado di raccogliere la sfida dell’Unione europea di arrivare al 2020 avendo dimezzato il numero dei decessi da incidente rispetto al 2010. L’input che vorrei dare è tutelare in modo particolare l’utenza più debole. Sono favorevole a ogni intervento che ci permetta di rallentare la velocità dei cittadini, con ogni strumento disponibile. Salvare vite è prioritario”. E Fabio Poggi ha sostenuto che “come amministrazione, per coerenza con quanto detto nel piano, dovremmo insistere sul rispetto delle regole perché questo è il primo pilastro della sicurezza stradale. Va però rimessa al centro la progettazione con i cittadini attraverso le forme organizzate, e penso ai quartieri, perché se no diventiamo impositori di cose che difficilmente avranno l’effetto desiderato”.
Secondo Antonio Montanini di CambiaModena negli incidenti stradali la velocità è l’elemento più significativo “ma non penso che imporre sempre e comunque un rallentamento sia dirimente: il limite di velocità imposto deve infatti essere congruo rispetto alla strada e alla situazione, diversamente nessuno lo rispetterà. L’autovelox fisso in tangenziale – ha aggiunto il consigliere – viene considerato una tassa dai cittadini: una volta scatta e cinquanta no. Con questo approccio non riduciamo gli incidenti, aumentiamo solo la rabbia dei cittadini. Se proprio dobbiamo metterlo, almeno che sia ben segnalato, così sarebbe educativo”.
Adriana Querzé (Per me Modena) ha rilevato il problema del traffico pericoloso e del “parcheggio selvaggio” nei pressi delle scuole, ribadendo la necessità di una pedonalizzazione temporanea e dell’incremento delle zone trenta, con l’obiettivo di educare i cittadini e diminuire il rischio di incidentalità sui bambini. Ma soprattutto, ha detto la consigliera, “l’intervento dovrebbe essere sistemico: bisogna considerare il muoversi in città come un’unica azione che parta dalla messa in sicurezza dei più deboli, i pedoni. Se una regola va bene per loro, significa che è positiva per tutti”.
Gabriele Giacobazzi, assessore alla Mobilità e alla Sicurezza del territorio, ha replicato che “pedonalizzare le strade che danno accesso alle scuole in alcuni punti della città significherebbe, in certi orari, bloccare la città. Per ora il controllo è affidato alla Polizia municipale che decide quali scuole presidiare in modo prioritario, ora sono 22. Il Tavolo di consultazione per la mobilità ha una funzione importante e dei suggerimenti portati dai partecipanti, che rappresentano tutti i portatori di interesse, abbiamo sempre tenuto conto, come stiamo facendo ora per il lavoro appena iniziato sulla mobilità ciclabile. È chiaro che il progetto finale deve fare sintesi e non può essere condiviso da tutti in tutti gli aspetti”. Rispetto all’utilizzo degli autovelox, l’assessore ha poi sottolineato che “sono strumenti che hanno una funzione di prevenzione e non vengono utilizzati per fare cassa”.