Legambiente intende costituirsi parte civile nel processo che vedrà il via con la prima udienza questo giovedì presso il tribunale di Modena, in merito ai presunti reati imputati ai protagonisti delle vicende edificatorie in località Serramazzoni.
Una vera e propria lottizzazione abusiva con 36 appartamenti e relative opere urbanizzazione, un impianto a biomasse realizzato in zone vincolate, senza che se ne tenesse conto: questi alcuni dei reati che vengono ascritti agli imputati, tra cui aziende edili, progettisti e tecnici comunali.
“L’abusivismo edilizio rappresenta un’autentica piaga nazionale – afferma Legambiente Emilia-Romagna – e purtroppo dobbiamo constatare che la nostra regione non fa eccezione. Abbiamo occupato i letti dei fiumi, i pendii delle montagne, le coste senza pensare non solo al danno paesaggistico, ma nemmeno al pericolo di realizzare case, terrazze, alberghi, scuole, uffici in aree dove non si dovrebbe nemmeno piantare una tenda da campeggio”.
Temi su cui l’associazione si è spesa sin dall’inizio con un esposto presentato dal Circolo di Modena nel 2011 proprio con riferimento alla situazione urbanistica di Serramazzoni.
“Assistiamo con sempre maggiore frequenza a frane, alluvioni, esondazioni che hanno spazzato via pezzi di territorio, case, beni culturali, molto spesso anche vite umane. Ma, come se nulla fosse, si continua a costruire illegalmente. Il miglior deterrente al nuovo abusivismo – conclude l’associazione – è proprio il ripristino della legalità”.
Legambiente sarà sostenuta dall’avv. Francesco Paolo Colliva, presidente del Centro di azione giudica regionale dell’associazione.