Le meraviglie del Mondo antico – La Grande Piramide di Cheope a Giza, immensa dimora di riposo eterno per il faraone e monumento di tale titanica complessione da sfidare sotto certi aspetti l’umana comprensione: la più antica fra le Sette Meraviglie e l’unica che sopravvive ancora oggi. I Giardini Pensili sospesi sul paesaggio di Babilonia, costruiti da un grande monarca per la sposa che aveva nostalgia delle sue montagne boscose: la più evanescente delle Sette Meraviglie, quella più fantasmatica, invano cercata e inseguita da archeologi e poeti, da epigrafisti e indagatori delle antiche fonti. E poi l’Artemision di Efeso, gigantesco tempio dedicato al culto della dea Artemide, voluto dal munifico re di Lidia Creso. Il Colosso di Rodi, l’enorme statua di bronzo che sorgeva su una piccola isola in mezzo al mare. E ancora, il Mausoleo di Alicarnasso, la monumentale tomba dove riposava il satrapo Mausolo, nell’attuale Bodrum, in Turchia. Il Faro di Alessandria in Egitto, che una volta indicava la via alle mille imbarcazioni che si avvicinavano a quel porto favoloso. E la statua di Zeus a Olimpia, grandiosa creazione del mitico scultore Fidia. Sono queste le Sette Meraviglie del mondo antico. Già indicate come tali diversi secoli prima della nascita di Cristo, furono contemporaneamente visibili solo nel periodo fra il 300 e il 227 a. C.; successivamente andarono a una a una distrutte per cause diverse, salvo appunto l’inattaccabile Piramide di Cheope, scalfita soltanto dalle mani distruttrici degli uomini. Al canone classico Valerio Massimo Manfredi aggiunge la favolosa ipotesi di un’ottava meraviglia, regalandoci il racconto di come sia sorto e di che cosa abbia rappresentato il mausoleo di Commagene, la tomba-santuario del re Antioco, che utilizza come base una montagna intera, alta 2150 metri, nuda, aspra e solitaria: il Nemrut Dagi, nell’Anatolia orientale, vicino al confine con la Siria, la montagna dove secondo il mito Nemrot, il re della torre di Babele, andava a caccia. Lungo pagine avvincenti, dense di racconti favolosi, Valerio Massimo Manfredi si confronta con le massime realizzazioni dell’umanità, e le riporta in vita per noi nel modo più grandioso, raccontandoci i miti e le storie che accompagnarono questi monumenti destinati a entrare nella leggenda. E con il corredo di immagini preziose, la sua epica compie un esperimento strepitoso: restituisce ai nostri occhi, regalandoci l’emozione di visitarle, opere di straordinaria complessità e arditezza, meraviglie mitiche e perdute per sempre nella notte del tempo.
Mercoledì 3 dicembre ore 20.30, presso la Sala dei Contrari della Rocca di Vignola, Valerio Massimo Manfredi presenterà il suo libro “LE MERAVIGLIE DEL MONDO ANTICO” – Mondadori.
Valerio Massimo Manfredi è un archeologo specializzato in topografia antica. Ha insegnato in prestigiosi atenei in Italia e all’estero e condotto spedizioni e scavi in vari siti del Mediterraneo pubblicando in sede accademica numerosi articoli e saggi. Come autore di narrativa ha pubblicato con Mondadori quindici romanzi: Palladion, Lo scudo di Talos, L’Oracolo, Le Paludi di Hesperia, La Torre della Solitudine, Il faraone delle sabbie (premio librai città di Padova), la trilogia Alèxandros pubblicata in trentanove lingue in tutto il mondo, Chimaira, L’ultima legione da cui è tratto il film prodotto da Dino De Laurentiis, L’Impero dei draghi, Il Tiranno (premio Corrado Alvaro, premio Vittorini), L’armata perduta (premio Bancarella), Idi di marzo (premio Scanno), Otel Bruni e il primo volume della saga di Odysseo Il mio nome è Nessuno ‘ Il giuramento; è autore anche, sempre per Mondadori, di alcune raccolte di racconti, e di saggi. Conduce programmi culturali televisivi in Italia e all’estero, collabora con ‘Il Messaggero’ e ‘Panorama’.
L’incontro è ad ingresso libero. Conduce Pierluigi Senatore di Radio Bruno.