Dalle prime ore di stamane i Carabinieri del NAS di Parma e i colleghi dell’Arma territoriale di 16 province e 8 Regioni stanno eseguendo sequestri preventivi di beni per oltre un milione di euro a pubblici amministratori. Nell’operazione, chiamata ‘Last business’, sono indagate 63 persone. Coordinata dalla Procura di Modena, l’indagine avrebbe portato a smascherare un sistema di tangenti per l’acquisto di strumentazioni mediche e l’affidamento di lavori al Policlinico modenese. Per l’accusa, pubblici amministratori procedevano con appalti pilotati con la procedura dell’individuazione diretta della ditta senza gara di appalto. Gli accertamenti si sono concentrati sulle procedure adottate per l’affidamento di alcuni appalti al Policlinico di Modena a partire dal 2007.
Fra i 63 indagati – professionisti e dirigenti pubblici – vi è anche l’ex direttore generale dell’ospedale, accusati a vario titolo di associazione per delinquere, corruzione, abuso d’ufficio, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, riciclaggio.
Due i settori di attività pubblica in cui si concentrava il sistema: appalti con grandi gruppi imprenditoriali del ramo edile e servizi, consorzi di imprese aggiudicatari di commesse anche pluriennali ed anche di ingente valore per conto del Policlinico di Modena, nonché imprese designate per l’esecuzione delle opere appaltate; e appalti di forniture e servizi più specificamente attinenti alle attività di assistenza della struttura ospedaliera e, quindi, a contratti intercorsi con soggetti privati operanti nel settore biomedicale.
Gli esborsi delle imprese private corruttrici passavano attraverso accrediti su conti correnti che facevano capo a enti in vario modo collegati ad alcuni dei principali indagati e avevano come oggetto sociale l’organizzazione di servizi per la divulgazione e promozione scientifica. Le rimesse di denaro si giustificavano apparentemente comecorrispettivi per l’organizzazione di convegni o per sponsorizzazione ad enti no profit o provider in servizi strumentali ad attività scientifiche e di ricerca. Le indagini hanno anche scoperto un sistema di riciclaggio dei proventi illeciti attraverso la collusione di enti e società. In tale contesto, infatti, operavano tre società – oggetto di provvedimento di perquisizione – che sarebbero riconducibili ai principali indagati.