Ancora la grande architettura protagonista a Cersaie. È l’architetto giapponese pluripremiato Toyo Ito, Premio Pritzker 2013, che giovedì 25 settembre terrà la Lectio Magistralis presso il Palazzo dei Congressi di BolognaFiere, a partire dalle ore 11.00.
Toyo Ito è particolarmente apprezzato per la creazione ed elaborazione di concetti architettonici estremi, architetture definite da lui stesso “non materiali” in cui l’ossessione della leggerezza e della trasparenza combina il mondo fisico con quello virtuale. È uno degli esponenti più significativi di quell’indirizzo architettonico che prospetta la nozione contemporanea di città simulata. Di rilievo il suo approccio progettuale dopo il terribile tsunami del marzo 2011, quando con altri architetti del Sol Levante ha promosso un nuovo progetto per i centri di soccorso, Home-for-All, fortemente incentrato alla socialità e alla condivisione: spazi minimi comuni dove la gente sta insieme e cerca di tornare a sorridere.
Ito si è laureato nel 1965 presso la facoltà di architettura dell’Università di Tokyo. Dopo un periodo di collaborazione nello studio Kiyonori Kikutake Architect & Associates dal 1965 al 1969, nel 1971 ha aperto il proprio studio Urban Robot (Urbot), a Tokyo. Nel 1979 lo studio ha cambiato nome in Toyo Ito & Associates, Architects. Toyo Ito è titolare di una cattedra presso la Università delle donne di Tokyo, professore emerito presso University of North London ed è visiting professor presso la Columbia University.
Nel 2013 vince il Premio Pritzker. Alla scorsa Biennale le di Venezia (2012), ha vinto il Leone d’Oro con il padiglione del Giappone. Toyo Ito ha ricevuto altri numerosi premi di prestigio, tra cui l’Architecture Institute of Japan Prize, il Japan Art Academy Prize, il Grand Prize of Good Design Award, la Medaglia d’Oro del Royal Institute of British Architects, l’ADI Compasso d’Oro Award, l’Austrian Frederick Kiesler Prize for Architecture and the Arts, la Medalla de Oro from Circulo de Bellas Artes de Madrid e l’Asahi Prize.
Tra le sue opere più significative vi sono la “Torre dei Venti” a Yokohama, la “Mediateca” di Sendai, la “Torre Mikimoto Ginza” a Tokyo, la “Serpentine Gallery” di Londra, il “Taichung Metropolitan Opera House” a Taiwan, la residenza “White O” a Marbella e il “Berkeley Art Museum/Pacific Film Archive” in California. Infine, il progetto per i centri di soccorso e accoglienza sviluppato dopo lo tsunami del 2011 insieme ai progettisti giapponesi Kazuyo Sejima, Kengo Kuma, Hiroshi Naito e Riken Yamamoto: Home-for-All (Minna no Ie), un esempio tangibile di responsabilità sociale dell’architettura, che intende mettere in discussione il ruolo degli architetti contemporanei, ripensando questa disciplina e ricondurla alla sua funzione originale: progettare intorno all’uomo.