Un’occasione per conoscere i candidati sindaci al comune di Modena e, al contempo, per sensibilizzare la classe politica locale sui temi che interessano le aziende chiedendo un impegno reale su fatti concreti e misurabili.
Con questi obiettivi i Giovani Imprenditori di Confindustria Modena hanno incontrato ieri, presso l’Auditorium Giorgio Fini di via Bellinzona, sette, dei nove candidati alla poltrona di primo cittadino della nostra città.
All’incontro erano presenti Vittorio Balestrazzi (Modena Salute Ambiente),
Stefano Bellei (Lega Nord), Antonio Montanini (Cambiamodena), Gian Carlo Muzzarelli (Pd), Flavio Novara (L’Altra Modena),Giuseppe Pellacani (Forza Italia) e Adriana Querzè (Per me Modena).
Il primo tema affrontato è stato quello del marketing territoriale. Tutti sono stati concordi sulla necessità di sostenere il “sistema Modena” a livello internazionale puntando sulla promozione delle tipicità locali e sullo sviluppo del turismo. Diversi gli strumenti possibili, per la Querzè «bisogna promuovere il “brand Modena” nel mondo e per farlo il primo passo è creare un sito turistico ad hoc, una vetrina virtuale veramente efficace».
Pellacani sottolinea la necessita di avere «figure professionali altamente specializzate, per arrivare a sviluppare un turismo delle eccellenze», mentre Muzzarelli punta «su un modello di marketing innovativo, basato su un sistema integrato di promozione territoriale». Ricordando però, come ha sottolineato Bellei, «di partire sempre da quelle che sono le esigenze delle aziende, capire di cosa hanno realmente bisogno, per promuovere efficacemente i prodotti del territorio».
Sul tema della burocrazia e sulla necessità di velocizzare i rapporti con la pubblica amministrazione la parola d’ordine è una sola: semplificazione.
«Ci troviamo in una “dittatura della burocrazia”, dove il fisco è nemico», afferma Montanini, «è necessario cambiare, semplificare, e gli strumenti per farlo ci sono, iniziando dalla riduzione dei dirigenti comunali fino alla completa digitalizzazione di tutto il sistema amministrativo comunale».
Concorde con questa visione anche Ballestrazzi che sottolinea come «sia ora di cambiare il modo di operare nella pubblica amministrazione che deve essere al servizio delle imprese e del privato cittadino».
Senza dimenticare, evidenzia Novara «i problemi che tante aziende hanno quando devono accedere ai finanziamenti pubblici nazionali e Europei, a causa di un sistema burocratico complesso e farraginoso».
Casello Modena Nord, Scalo merci di Marzaglia, Cispadana, potenziamento del trasporto merci su rotaie, sono alcuni dei problemi affrontati sul tema delle infrastrutture; e se Muzzarelli «si impegna a sbloccare il problema dello Scalo merci di Marzaglia», Novara preferisce «porre l’attenzione sul modo con cui la Cassa depositi prestiti finanzia queste opere e sulla necessità di ridurre i costi non investendo risorse in progetti come la Campogalliano–Sassuolo, ma piuttosto puntando al potenziamento del trasporto su rotaie».
E non mancano proposte alternative; per Balestrazzi «la realizzazione di uno scalo merci a San Felice renderebbe inutile il progetto della Cispadania, perché creerebbe un collegamento veloce e efficiente sia con Bologna che con Verona». E, come sottolinea la Querzè, ma opinione condivisa da tutti, «esistono anche infrastrutture immateriali su cui investire, come la Banda Larga, e il wi-fi per potenziare un modello efficiente di smart city».
Molte le discordanze sui temi delle opere pubbliche, degli investimenti per lo sviluppo del territorio e sul Patto di stabilità.
Novara ha parlato di «un nuovo Piano Marshall, per risanare la città»; Pellacani ha sottolineato «il grave rischio che si corre a pensare di poter rompere il Patto di stabilità, evidenziando la necessità di fare proposte concrete con le risorse che realmente si hanno».
Più risolutiva la posizione di Bellei che propone, per creare sviluppo, «di rompere senza indugio il Patto di stabilità».
E sul tema della cultura, come risorsa strategica per la crescita economica della nostra città, diverse sono state le proposte.
Per Montanini «è necessario sviluppare “una cultura d’impresa”, che sia di supporto al mondo industriale»; Muzzarelli punta a valorizzare «la creatività dei modenesi, e i beni culturali della città, puntando su un’azione promozionale che si basi sull’integrazione strategica delle risorse. E un banco di prova per questo sarà il Sant’Agostino destinato a diventare “Polo della cultura” per la città».
Tutti concordi invece sulla necessità di risanare aree della città da troppo tempo abbandonate, come l’ex Atcm e le ex Fonderie.