Una sanità in continua evoluzione, destinata nei prossimi anni a vedere accrescere il ruolo dei presìdi che si affiancano agli ospedali – come case della salute e case di riposo – e cambiamenti organizzativi dettati da spending review e nuove esigenze. Questo il quadro emerso dall’incontro svoltosi ieri sera nella sala civica di Guastalla dal titolo “Dove va la sanità reggiana?”, organizzato dall’Ausl e dall’Unione dei Comuni Bassa Reggiana.
La serata è stata introdotta dai saluti del sindaco di Guastalla Giorgio Benaglia e dall’intervento del presidente dell’Unione dei Comuni Giammaria Manghi, che hanno ricordato le motivazioni che hanno portato a organizzare un approfondimento su questo tema e l’impegno della politica in ambito sanitario, anche in un periodo economicamente non semplice per gli enti locali, sottoposti a importanti riduzioni di risorse.
Fausto Nicolini ha quindi offerto una panoramica sullo stato della sanità nazionale, mostrando alcuni dati significativi. “Il nostro sistema sanitario funziona bene e, anche se nell’immaginario collettivo viene visto come una fonte di sprechi, comporta una spesa pro capite più bassa rispetto a quella di molti altri Paesi. E alcuni indici ce lo dimostrano: la mortalità infantile più bassa d’Europa (seconda solo alla Svezia) e un’aspettativa di vita inferiore solo a quella del Giappone”. Il direttore generale dell’Ausl ha quindi fornito dei numeri relativi alla sanità reggiana. La rete dei servizi Ausl copre un territorio composto da 534mila persone, con il costo pro capite di 1816,34 euro inferiore di circa 30 euro alla media regionale. “Nessun presidio ospedaliero in provincia corre il rischio di essere chiusi. Rientriamo perfettamente nei parametri richiesti dalla Regione e al massimo si potrà incorrere nella riduzione di qualche posto letto. A mio parere, per una tenuta del sistema, in futuro serviranno più infermieri per l’assistenza domiciliare. E’ a domicilio che si giocherà la sanità del futuro”.
A seguire, il direttore del presidio ospedaliero dell’Ausl Antonella Messori si è focalizzata sul’ospedale di Guastalla, illustrando gli interventi che porteranno alla sua riorganizzazione sia interna che strutturale, avviata nell’aprile dell’anno scorso. Caratterizzata da 200 posti letto, 476 dipendenti (di cui 112 medici) e una gestione annuale da 42,6 milioni di euro, l’ospedale guastallese vedrà a partire da maggio il trasferimento delle degenze di cardiologia , a giugno quello del pronto soccorso provvisorio e della terapia intensiva e via via tutti gli altri, che verranno collocati nell’ala nord. Qui, saranno realizzati quattro piani di degenze e al terzo piano, nel corpo posteriore, sarà collocato il laboratorio analisi che verrà potenziato. Questa fase di trasformazione dovrebbe arrivare a concludersi nell’arco di 18 mesi.
Prima della conclusione non sono mancati gli interventi del pubblico – composto da politici, medici, componenti di associazioni e semplici cittadini – che hanno approfondito con i relatori i temi della serata.