Avviare immediatamente il piano straordinario di mitigazione del rischio sul nodo idraulico di Modena; disporre di risorse certe e costanti per la cura del territorio; proporre alle altre Regioni del Po un radicale riassetto istituzionale di Aipo, per migliorarne l’efficacia operativa. Sono queste le priorità sottolineate oggi dagli assessori regionali alla Programmazione territoriale, Alfredo Peri, e alla Difesa del suolo, Paola Gazzolo, durante l’audizione che si è svolta in Commissione territorio, ambiente e mobilità sulla rottura dell’argine del Secchia.
“Il Piano straordinario per il nodo idraulico di Secchia-Panaro e Naviglio c’è – ha sottolineato l’assessore Peri – adesso occorre realizzarlo in tempi rapidi e certi. Per questo c’è bisogno di risorse immediate, che lo stesso Governo si è impegnato a concedere. Fino ad ora sono già stati finanziati interventi, in corso o da realizzare entro l’anno, per oltre 26 milioni di euro. Ben prima che avvenisse la rottura del Secchia la Giunta regionale ha inviato al Governo un piano di interventi urgenti programmati, con la richiesta di ulteriori finanziamenti per 19 milioni, divenuti poi 21 in seguito all’evento calamitoso. Si tratta di risorse indispensabili per mettere in lavorazione subito ciò che avevamo già pianificato, e che dopo l’alluvione ha un carattere di urgenza ancora maggiore”.
“Un altro punto su cui è necessario intervenire – ha aggiunto – è Aipo, struttura fortemente indebolita da meccanismi amministrativi e organizzativi che così come sono le tolgono efficacia e tempestività d’azione. Il governo complessivo del sistema territoriale del bacino del Po deve essere una priorità nazionale, per l’importanza che riveste in termini economici, ambientali e sociali non solo per l’Emilia-Romagna. Proponiamo alle altre Regioni del Po e al Governo un nuovo assetto complessivo dei poteri e delle competenze, che risponda ad una logica di migliore efficacia degli interventi, non solo in caso di emergenza, ma anche di gestione ordinaria del territorio”.
“Per la cura del territorio servono risorse certe e costanti – ha ribadito Gazzolo -. Come Regione stiamo facendo la nostra parte e le nostre scelte politiche sono chiare: nel bilancio 2014 abbiamo destinato 16 milioni di euro alla sicurezza del territorio, ben più degli 11 milioni introitati per il demanio. Inoltre, già prima della rottura dell’argine, abbiamo messo a punto e inviato al Governo il Piano straordinario con la richiesta di finanziamenti per interventi urgenti”. “In Emilia-Romagna – ha concluso Gazzolo – il reticolo idrografico è di 75 mila chilometri quadrati, a fronte dei 46 mila di quelli stradali. Ciò dà l’idea di quanto complesso e articolato sia il sistema di gestione e difesa del suolo, e di quanto sia indispensabile poter contare su finanziamenti sicuri e continuativi. La competenza dei finanziamenti della difesa del suolo è dello stato, ma noi abbiamo sempre garantito la nostra compartecipazione e continueremo a farlo”.