Ridurre il peso fiscale, per quanto di competenza, e mettere in atto una riorganizzazione delle modalità di erogazione dei propri servizi tale da garantire un giusto rapporto tra tasse pagate e qualità e quantità dei servizi. È la richiesta che il consigliere Andrea Leoni rivolge alla Giunta regionale presentando un’interrogazione dove stigmatizza la tassazione in Italia, che, tra prelievi nazionali e locali, avrebbe raggiunto “livelli record”.
“Nonostante gli italiani subiscano una pressione fiscale tra le più alte del mondo, che produce un maxi-introito per le casse pubbliche, – scrive il consigliere – non è tuttavia sufficiente a coprire la voragine di una spesa pubblica che negli ultimi vent’anni, come rileva uno studio di Confcommercio con dati 2012, è quasi raddoppiata passando da 413 a 753 miliardi di euro, mentre le tasse sono cresciute di oltre il 50 per cento”.
A ciò si aggiunge – sottolinea Leoni – che questa “spesa non ripaga quanto versato in tasse perché, sotto forma di welfare, gli italiani ricevono all’anno 2.745 euro meno dei francesi e 1.920 dei tedeschi”.
“Un cittadino lombardo, infatti, – segnala – versa 5.775 euro di tasse in più di quanto gli viene restituito sotto forma di servizi pubblici, seguito dai 4.232 euro di un emiliano, i 3.765 di un veneto, i 2.867 di un laziale i 1.979 dei piemontesi e i 1.925 dei toscani”.
Leoni sollecita quindi la Giunta a rappresentare al Governo nazionale l’assoluta necessità di riesaminare una situazione che vede gli italiani “vivere nell’incredibile paradosso di dover pagare una grande quantità di tasse, di avere un debito pubblico record e servizi scadenti”.